In vista della Conferenza Stato – Regioni di questo pomeriggio a Roma, l'europarlamentare del gruppo S&D vuole fare chiarezza sui punti del piano che hanno suscitato la rivolta delle associazioni animaliste
 
E' previsto questo pomeriggio a Roma “il giorno del lupo”, l'approvazione del Piano per la conservazione e gestione dei lupi che dovrà essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. “E' un tema controverso e impopolare su cui converrebbe stare zitti ma penso che la politica debba riflettere, smettendo di seguire chi urla più forte – ha dichiarato l'eurodeputata Renata Briano - La scienza è scienza sempre e non solo quando dice ciò che vogliamo. Questo piano è stato realizzato dai massimi esperti in materia e si articola su altri 21 punti prima del 22esimo ormai diventato famoso per la possibilità, in casi molto limitati, di abbattimento dei lupi”.

L'europarlamentare Briano in questi giorni ha portato avanti continui contatti con il Ministero dell'Ambiente per coordinare la linea Governo – Europa. “Il piano è in linea con le direttive europee e il progetto "grandi carnivori", inoltre in molti Paesi, come la vicina Francia, la gestione di questa specie in rapporto all'allevamento e all'agricoltura è già gestita in questo modo – ha spiegato l'eurodeputata – Penso poi che sarebbe l'ora che chi vive in città smetta di dire cosa deve fare la gente che vive in campagna e in montagna. I cittadini dovrebbero pensare ai problemi di inquinamento, vedi le polveri sottili, che attanagliano le nostre aree urbane e industriali. Inoltre l'agricoltura e l'allevamento devono essere considerati importanti presidi territoriali anche di difesa del dissesto idrogeologico”.

Renata Briano ha anche cercato di fare chiarezza sul ruolo e sulle responsabilità dei cacciatori in questa vicenda. “Non sono i cacciatori a premere sull'abbattimento del lupo, anzi, loro sono consapevoli che questo può essere un boomerang sull'opinione pubblica e lo farebbero solo per dare una mano per risolvere un problema – ha puntualizzato l'eurodeputata genovese - I cacciatori vorrebbero vedere riconosciuti loro i diritti su specie che gli sono state negate, sempre dalla politica che segue chi urla più forte, pur con pareri scientifici positivi sulla salute delle specie, come nel caso dello storno”.



Riguardo alle polemiche degli animalisti sulla perdita di biodiversità, Renata Briano ha le idee molto chiare su quali siano le reali cause: “La perdita di biodiversità non è dovuta alla caccia che per legge è conservativa – ha spiegato l'eurodeputata – Le cause sono il consumo di suolo, la cementificazione, l'inquinamento e i cambiamenti climatici, l'agricoltura intensiva, l'uso di pesticidi e il bracconaggio”. “Chi ha a cuore l'ambiente, come me – ha aggiunto Renata Briano – dovrebbe ragionare con un approccio multidisciplinare ed ecosistemico, non con un approccio sui singoli individui come in questo caso con i lupi”.