"Ricordo una polemica molto simile, lo scorso anno: il sindaco Virginia Raggi si era scagliata contro lo strumento delle quote di genere, chiamandola 'riserva per i panda'. Oggi, a quanto pare, siamo ancora a questo punto.

Mi sembra assurdo dover continuare a difendere le azioni positive come strumento di anti-discriminazione nei confronti delle donne, considerando che la legge che abbiamo portato ad approvazione, una delle poche a essere stata monitorata in seguito alla sua entrata in vigore, ha portato risultati innegabili: non solo abbiamo raggiunto l'obiettivo del 30% in meno tempo del previsto ma la qualità dei board è oggettivamente migliorata. E' aumentato il livello di competenze e di istruzione dei membri ed è diminuita l'età media. Inoltre, i processi di selezione sono diventati più trasparenti e, conseguentemente, più meritocratici.

Non accetto più, dunque, l'argomentazione "premiamo la qualità, non il sesso", perché proprio l'esperienza della legge Golfo-Mosca ha dimostrato che le donne competenti e meritevoli esistevano già ma non riuscivano ad arrivare ai posti di vertice precisamente a causa del loro essere donne. Ricordo che, prima della legge, rappresentavano solo il 6% dei membri dei cda italiani. Vorrei rassicurare i 5 Stelle: tutti noi puntiamo a che venga premiata la qualità, proprio per questo è nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli, visibili e invisibili, affinché questo accada". Lo dichiara in una nota Alessia Mosca, europarlamentare PD e firmataria della legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nei consigli di amministrazione.