Nel corso della riunione di oggi pomeriggio, il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo ha deciso di chiedere l'istituzione di una commissione di inchiesta sullo scandalo relativo al software con il quale venivano manipolati i dati sulle emissioni delle auto.

In parallelo, i Socialisti e Democratici hanno inviato una lettera* ai 28 ministri Ue dell'Ambiente e dell'Industria per chiedere loro di modificare in modo sostanziale la decisione presa dalla Commissione sulla base del pronunciamento degli esperti tecnici del 28 ottobre scorso, una decisione che porterebbe al contrario a standard meno rigidi sulle emissioni. Il gruppo S&D non accetterà mai una decisione che metta a rischio gli stand ambientali in Europa e che limiti gli obblighi sulle emissioni.

Il portavoce S&D su ambiente e salute, l'eurodeputato Matthias Groote, dichiara:

"Ci sono nuovi elementi in questo scandalo che rendono necessario per il Parlamento istituire una commissione di inchiesta. Dobbiamo sapere che cosa è accaduto, conoscere le lacune e le scappatoie nella normativa sulle emissioni e nella sua attuazione, cosi' come capire dove il regime di conformità  è fallito.

"Secondo le notizie pubblicate ieri, la Commissione europea era stata informata del software illegale per nascondere le emissioni già nel 2012. Abbiamo di recente chiesto alla Commissione un'indagine approfondita su tale scandalo, ma adesso è importante capire in cosa si è fallito e perché abbiamo saputo del software fraudolento solo attraverso gli Stati Uniti.

"I tribunali competenti stanno già indagando sulla frode e la commissione d'inchiesta dovrebbe concentrarsi sulla presunta cattiva gestione della Commissione e delle autorità degli stati membri sull'attuazione della legislazione ambientale nel settore automobilistico".

La vicepresidente S&D sulla sostenibilità, Kathleen Van Brempt, afferma:

"Occorre prevenire le frodi, tanto più quando colpiscono la salute dei cittadini. Noi abbiamo adesso due linee d'azione da intraprendere: scovare dove il regime di conformità della Commissione Ue e degli stati membri ha fallito e attuare le giuste misure per fare in modo che in futuro tutte le auto rispettino i valori limite delle emissioni anche in condizioni di guida reali.

"A tal proposito, siamo in dissenso con l'esito della riunione della Commissione tecnica sui veicoli a motore (TCMV) del 28 ottobre scorso. Un esito che sconfessa le decisioni prese dai due co-legislatori, Parlamento e Consiglio europei, e che va chiaramente oltre la delega prevista dal Regolamento sui limiti alle emissioni.

"I margini di tolleranza proposti per le emissioni (i fattori di conformità) sono così ampi da indebolire completamente i limiti concordati nel 2007. Non possiamo tornare indietro proprio ora. Ecco perché oggi abbiamo inviato una lettera ai ministri chiedendo ai loro rispettivi paesi di rivedere tali posizioni alla luce degli allarmanti problemi di salute dei cittadini europei causati dall'inquinamento atmosferico e dell'evidente indebolimento della legislazione primaria attraverso il processo di comitologia.

"In vista dell'importante conferenza sul clima Cop21, noi non possiamo accettare che le norme ambientali falliscano, inviando al resto del pianeta un segnale sbagliato sul nostro impegno verso le tecnologie pulite".

* Leggi qui il testo della lettera 

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Membro
Belgio