L’Europa deve mostrare coraggio e diventare trainante nella difesa dei diritti LGBTI a livello globale. 

L’Unione europea deve sia garantire asilo a coloro che subiscono discriminazione a causa della propria identità o orientamento sessuale, sia assicurarsi che la condizione delle persone della comunità LGBTI sia tenuta in debita considerazione quando si trova a trattare e dialogare con Paesi terzi. 

Nonostante negli ultimi anni si siano compiuti notevoli passi avanti nella promozione della libertà e dell’uguaglianza matrimoniale e nel contrastare le discriminazioni, non in tutti i Paesi dell’Unione europea esiste lo stesso livello di accettazione e tolleranza. Noi invitiamo tutti gli stati membri ad accelerare il processo di riconoscimento delle unioni civili e dei matrimoni omosessuali, affinché tutti i cittadini possano vedere i propri diritti e il proprio status, ugualmente garantiti in tutti gli stati dell’Unione. Si tratta di un punto importante per dare libertà di movimento a tutti i cittadini d’Europa, ed è un tema di cui l’Unione deve assumersi la responsabilità. 

Se in alcune aree siamo stati testimoni di progressi significativi, molte persone transessuali sono ancora trattate come cittadini di serie B nei Paesi dell’UE. In alcuni stati, l’intervento chirurgico o la sterilizzazione forzata rappresentano ancora requisiti per il riconoscimento legale di genere. Questi obblighi sono una chiara violazione dei diritti fondamentali ed è un aspetto che l’UE deve affrontare e risolvere in tempi brevi.  

Noi tutti, rappresentanti di partiti politici, associazioni, società civile, dobbiamo lavorare per cambiare le cose e costruire il mondo progressista in cui crediamo. 

Il nostro gruppo continuerà ad essere in prima linea nella lotta per i diritti delle persone della comunità LGBTI e ci faremo sentire ovunque percepiremo siano in pericolo.