Oggi i Socialisti e i Democratici al Parlamento europeo hanno duramente condannato i crimini commessi dall’organizzazione terroristica estremista Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria (Isis), comprese le esecuzioni di massa dei membri delle forze armate irachene.
 
I Socialisti e Democratici hanno chiesto alla comunità internazionale di cogliere l’opportunità dei colloqui sul nucleare tra Unione europea, Stati Uniti e Iran, che si terranno a Vienna domani, per intraprendere un’azione comune per garantire la sicurezza in Medio Oriente.

La portavoce S&D per gli affair esteri, l’eurodeputata Ana Gomes, afferma:
 
“L’Isis, che sta prendendo piede in Iraq e in Siria, è una minaccia terroristica e strategica per la regione e per il mondo intero: non si può accettare che uno stato basato su un’ideologia estremista e sulla violazione dei diritti umani s’insinui in Siria e in Iraq. Le istanze dell’Isis sono legate allo stallo in Siria e devono essere fermate e contrastate da una coalizione con l’Iraq e le forze regionali e mondiali interessate alla salvaguardia della stabilità della regione.
 
“Prendiamo nota dell’offerta fatta dal Presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, di una possibile cooperazione con gli Usa per rispondere alla minaccia dell’Isis. Noi chiediamo con forza che l’Ue, gli Usa e l’Iran mettano da parte le loro divergenze in altre questioni e si impegnino pienamente a unire le forze contro l’Isis.

“Ribadiamo che l’Arabia Saudita, il Qatar e altri membri del Consiglio di cooperazione del Golfo dovrebbero prendere forti misure per bloccare ed evitare donazioni private alle organizzazioni estremistiche da parte dei loro cittadini.
 
“Le molteplici crisi nel Medio Oriente, come la disintegrazione della Siria e dell’Iraq, il conflitto tra Sunniti e Sciiti, le rivalità regionali e le guerre per procura tra i diversi stati, possono essere risolte soltanto nel quadro di un sistema di sicurezza regionale che rispetti gli interessi legittimi di sicurezza dei singoli stati.

“Fermare e contrastare le avanzate degli estremisti è oggi la priorità centrale. Allo stesso tempo, però, occorre affrontare le cause scatenanti dell’ostilità di diversi iracheni della parte sunnita dell’Islam. Dobbiamo convincere il governo iracheno ad abbandonare atteggiamenti settari e ad adottare un approccio inclusivo e pluralistico che rispetti le diversità etniche, politiche e religiose della società irachena”.