Nonostante le resistenze dei conservatori, il Parlamento europeo ha adottato oggi una serie di misure volte a rafforzare la trasparenza delle istituzioni europee e a fermare la segretezza delle attività di lobby.

 

La portavoce del gruppo S&D in commissione Affari costituzionali, Mercedes Bresso dichiara:

“Il voto di oggi che pone fine all’opacità del lobbismo è una vittoria per la trasparenza. Tale vittoria è il risultato del forte supporto dei Socialisti e Democratici al testo, a dispetto dell’opposizione dei conservatori”.

 

Jo Leinen, eurodeputato S&D e deputato della commissione Affari istituzionali, aggiunge:

"Già oggi, l’Unione europea è più trasparente della maggior parte dei suoi Stati membri, ma dobbiamo essere più ambiziosi. Tutti devono poter acceder alle informazioni su ‘chi rappresenta quali interessi usando quali mezzi’. Questo vale soprattutto nel caso dell’Ue, dove la distanza tra istituzioni e cittadini sta provocando una crescente sfiducia.

“Chiediamo un rafforzamento del registro Ue sulla trasparenza per prevenire che lobby reali si nascondano dietro società fittizie. In futuro, tutti i lobbisti e gli stakeholder dovranno essere obbligati a far sapere i loro finanziamenti e i loro clienti, cosi’ come dovranno farlo le organizzazione non-governative e i grandi donatori. Del reso, è quello che già viene richiesto ai partiti politici. Servono anche maggiori controlli sui dati forniti.

“E’ cruciale che il Consiglio partecipi al registro Ue delle lobby. Gli incontri tenuti con gli Stati membri sono il lato oscuro delle istituzioni Ue. Il Consiglio dei ministri non si comporta come una camera legislativa, agisce come il Congresso di Vienna. Un tale atteggiamento non è compatibile con la democrazia Ue.

“Solo gli stakeholder registrati possono avere accesso ai legislatori. Vogliamo che anche i membri di più alto livello della macchina amministrativa della Commissione incontrino solo gli stakeholder registrati e che rendano pubblici questi incontri”, aggiunge Jo Leinen. “Se sui piani alti della Commissione i riflettori sono oggi accessi, lo stesso non succede quando si va nei piani più bassi”

Eurodeputati coinvolti
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Italia