Oggi al Parlamento europeo, il gruppo Ppe ha respinto gli elementi chiave dei piani di riforma dell’ETS, il sistema di scambio quote di emissione dell’Ue. 

L’Ue è al terzo posto nel mondo per emissioni di Co2. L’ETS si applica a più di 11mila industrie e installazioni energetiche, coprendo quasi il 50% delle emissioni di gas serra in Europa. E’ uno strumento cruciale dell’Europa nei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi Ue su clima e energia e per rispettare i nostri obblighi per mitigare il cambiamento climatico nel quadro dell’accordo di Parigi. Nel corso dei negoziati sulla riforma dell’ETS i Socialisti e Democratici hanno tenuto la barra dritta al fine di garantire il rispetto degli impegni presi dall’Ue a Parigi e al contempo di salvaguardare la competitività industriale e la protezione del lavoratori toccati dalla transizione energetica.

Il relatore ombra S&D sulla riforma dell’ETS reform, Jytte Guteland, dichiara:

"Oggi, il gruppo Ppe ha mostrato il suo vero volto. Rompendo l’accordo che tutti i partiti politici avevano siglato prima del voto, il Ppe ha sabotato e annacquato gli elementi progressisti della proposta. La relazione adottata oggi non è adeguata a una riforma ambiziosa dell’ETS che sia in grado di muoversi verso i target  climatici di lungo termine dell’Ue e dell’accordo di Parigi. Ovviamente, il Ppe si è dimostrato più attento ai patemi di alcuni settori industriali di quanto fatto per la lotta ai cambiamenti climatici.

"Noi vogliamo una riforma più ambiziosa e per fortuna il gruppo S&D è riuscito a ottenere l’inserimento di alcuni elementi progressisti nel testo: la cancellazione del surplus di concessioni sul mercato, un fondo adeguato di transizione per proteggere i lavoratori nel passaggio a una società a basse emissioni di carbonio. Inoltre, le emissioni del settore delle spedizioni saranno abbassate in futuro e non ci saranno finanziamenti per nuovi impianti a carbone. 

"Il gruppo S&D ha fatto continue pressioni per ridurre le emissioni di gas serra in Europa in linea con l’Accordo di Parigi. L’accordo di oggi non incentiva l’innovazione per ridurre le emissioni in ogni settore industriale. Con più ambizione e con una maggiore riduzione delle emissioni a partire dal 2021, sarebbe stato possibile affrontare in modo adeguato la lotta ai cambiamenti climatici ma anche dare maggiore sicurezza e stabilità all’industria. Ecco perché non posso sostenere quanto deciso oggi al Parlamento.

"Nel corso dei negoziati, il gruppo S&D ha operato in modo costruttivo e responsabile. Abbiamo mantenuto la nostra parola e rispettato i compromessi raggiunti. Fin dall’inizio abbiamo lavorato per arrivare a un ETS equilibrato che da un lato sia in linea con i nostri target climatici e che dall’altro crei condizioni eque per l’industria. Mi sarebbe piaciuto vedere un risultato più bilanciato. Ma il gruppo Ppe ha deciso di non mantenere i suoi impegni"

Edouard Martin, responsabile S&D per l’ETS in commissione Industria ha aggiunto:

"Nel corso dei negoziati, i Socialisti e Democratici sono stati gli unici che hanno avanzato proposte ambiziose su tutti i tre fronti: clima, industria e società. La transizione a una società a basse emissioni  sarà realizzabile solo se riusciamo a combinare questi tre aspetti”.