Oggi, il gruppo S&D ha chiesto che nella plenaria di Strasburgo della prossima settimana si svolga un dibattito sull'uso improprio dei dati di milioni di utenti di Facebook. Il gruppo chiede inoltre a Mark Zuckerberg di presentarsi alla commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo e spiegare esattamente cosa è accaduto e in che modo i cittadini dell'Ue siano stati colpiti.

 

Il leader del gruppo S&D Udo Bullmann ha dichiarato:

 

“L'affermazione per cui i dati di milioni di utenti di Facebook sono stati raccolti senza autorizzazione è sconcertante. È ancora più sconvolgente che questi dati siano stati usati per scopi politici con il pretesto della ricerca accademica. In tutta Europa centinaia di milioni di persone usano Facebook, ed è essenziale che capiscano come sono stati utilizzati i loro dati. Chiediamo un dibattito da tenersi nella sessione plenaria della prossima settimana, in modo che il Parlamento possa discutere urgentemente sulla questione. Occorre anche un'audizione speciale in commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni, con tutti gli esperti pertinenti presenti. Come ha fatto ieri con il Senato degli Stati Uniti, Mark Zuckerberg deve venirci a spiegare cosa sia successo esattamente, come sono stati colpiti gli utenti Ue e cosa si sta facendo per assicurarsi che quanto avvenuto non accada mai più”.

 

La portavoce del gruppo S&D per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, Birgit Sippel ha dichiarato:

 

“Le accuse contro Facebook stanno aumentando di giorno in giorno. Occorre un'audizione in commissione Libertà civili, giustizia e affari interni per fare chiarezza su quanto accaduto. Nel Parlamento europeo, il gruppo S&D lotta da anni per proteggere i cittadini sul web. Dalle nuove leggi sulla protezione dei dati che entreranno in vigore il mese prossimo all'aggiornamento della direttiva e-privacy, abbiamo lottato duramente per gli interessi dei cittadini e contro quelli delle grandi aziende tecnologiche. È ridicolo vedere ora i deputati del Ppe stracciarsi le vesti su questo scandalo. A parole dicono una cosa, ma i fatti fanno emergere qualcosa di completamente diverso. In tutti i principali atti legislativi degli ultimi anni, il Ppe ha seguito la linea dei lobbisti dei giganti di internet, agendo contro gli interessi dei cittadini. Speriamo che abbiano finalmente capito l'importanza della protezione dei dati e della privacy online e inizieranno a votare di conseguenza”.

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