Oggi, il Parlamento europeo ha sostenuto l’accordo raggiunto con il Consiglio dell'Ue per aggiornare la Direttiva esistente sulla fornitura di servizi di media audiovisivi alla luce delle nuove realtà di mercato (AVMSD). Finora, la legge riguardava solo la televisione classica e i servizi on demand. Ora regolamenterà tutti i media audiovisivi, compresi i servizi video su Internet.

La revisione rafforza le protezioni dei minori da contenuti violenti o dannosi, così come dall'incitamento all'odio, introducendo una chiara responsabilità per le piattaforme di condivisione video (come YouTube) e per i social media (ad esempio Facebook e Instagram).

Il compromesso garantisce inoltre un accesso senza barriere ai servizi online, una quota di opere europee del 30% nei cataloghi di video on demand, una chiara identificazione di opere "europee" nei servizi di streaming come Netflix e l'obbligo di trasparenza per le comunicazioni commerciali, le sponsorizzazioni e i product placement, come nei video di YouTube.

L'eurodeputata S&D Petra Kammerevert, una dei due negoziatori del Parlamento europeo sul tema, dichiara:

“Per noi è stato di particolare importanza allineare gli standard di protezione per i servizi online con gli standard per le emittenti televisive tradizionali, poiché oggi raggiungono una gamma di copertura simile. Questo è il motivo per cui l'allineamento delle norme sulla trasparenza per la comunicazione commerciale dei canali online era un aspetto essenziale della negoziazione.

“Per il gruppo S&D erano importanti anche le norme ambiziose in materia di accesso senza barriere e competenze dei media, nonché la protezione online dei minori: la riforma garantisce che i minori siano protetti da contenuti pericolosi e non adatti all'età in modo che questi non siano liberamente accessibili su Internet, ad esempio tramite l'introduzione di sistemi di verifica dell'età”.

La portavoce S&D per la cultura, Silvia Costa, afferma:

“Le modifiche introdotte dalla direttiva aggiornano le norme alle nuove tecnologie e creano pari opportunità per tutte le società che forniscono contenuti audiovisivi, dalla TV tradizionale ai servizi on demand, passando per le piattaforme di condivisione video e i social network.

“Oltre a garantire una soglia minima del 30% per i contenuti europei, gli Stati membri potranno adesso richiedere ai fornitori di servizi di media di elargire contributi finanziari a fondi nazionali o di compiere investimenti diretti in contenuti originali al fine di stimolare un'industria culturale già fiorente. Infine, sono molto felice che siano state incorporate le nostre proposte sulla protezione dei minori anche su piattaforme”.

Nota per la stampa: gli Stati membri avranno 21 mesi per recepire la direttiva nella legislazione nazionale una volta che la direttiva sarà pubblicata ed entrerà in vigore.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania