La commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo ha adottato una relazione con la quale si chiede un'intensificazione degli sforzi dell'UE per la protezione dello stato di diritto in tutti gli stati membri e un giro di vite decisivo alla corruzione. La relazione contiene anche la richiesta d'istituire uno specifico meccanismo di monitoraggio delle condizioni dello stato di diritto in ogni stato membro.

Il voto è giunto lo stesso giorno in cui il Consiglio Affari generali dell'UE, costituito dai ministri degli Affari europei provenienti da tutti gli stati membri, si riuniva per discutere i progressi della procedura dell'articolo 7 contro Polonia e Ungheria, colpevoli di minaccia sistemica allo stato di diritto.

Josef Weidenholzer, Vicepresidente del Gruppo S&D responsabile della relazione, ha dichiarato:

“Negli ultimi due anni, in tre degli stati membri dell'Unione sono stati uccisi dei giornalisti. Queste morti violente hanno scioccato l'Europa. I giornalisti investigativi rivestono un ruolo vitale nelle nostre società, in quanto capaci di accendere i riflettori sui comportamenti scorretti e accertare le responsabilità di chi detiene il potere. Che Malta e la Slovacchia stiano collaborando a stretto contatto con l'Europol nelle indagini su questi crimini è un aspetto molto importante.

Per il Parlamento europeo è fondamentale continuare a lavorare in modo coeso, anche nel prossimo mandato, su questioni che riguardano la democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. L'invio di delegazioni della commissione libertà civili, giustizia e affari interni, create ad hoc, può essere un utile strumento per monitorare le situazioni sul campo e per inviare un segnale chiaro di come l'Europa sia capace di muoversi quando sono in gioco i diritti fondamentali negli stati dell'Unione.”

La portavoce S&D per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni Birgit Sippel ha dichiarato:

“Dobbiamo stare all'erta in tutta Europa per proteggere lo stato di diritto e combattere la corruzione.  Esortiamo i governi nazionali, in modo molto deciso, a sgombrare il campo da ogni ostacolo nell'applicazione della procedura dell'articolo 7 nei confronti del governo polacco e ungherese. L'UE deve dimostrare le proprie capacità d'azione, dal momento che i capisaldi dell'appartenenza all'Unione sono messi in discussione in uno degli stati che ne fanno parte.

È paradossale che gli eurodeputati di centrodestra del PPE sostengano che vogliono azioni reali per proteggere lo stato di diritto in Europa, ma poi tentino accuratamente di evitare qualsiasi riferimento ai governi ungherese e polacco all'interno della relazione. Quest'ultimi sono gli unici governi sottoposti a procedura per minaccia sistemica dello stato di diritto. Il fatto che il PPE non li citi nella relazione dimostra la poca serietà nel proteggere valori fondamentali dell'Unione e cela la volontà di raccogliere facili consensi politici.”

 

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania