A margine del dibattito che si è svolto oggi al Parlamento europeo sulle misure antiterrorismo e sul rafforzamento delle norme relative al registro passeggeri (PNR), il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella afferma:

"I nostri cittadini hanno bisogno di sicurezza e dall'Unione europea attendono una risposta globale ai recenti attacchi terroristici. Una riposta che si focalizzi non solo sulle conseguenze immediate  ma anche sulle radici del problema.

"Non abbiamo bisogno di azioni simboliche e inconcludenti che restringano la libertà di movimento dei cittadini Ue. Per il gruppo S&D, i diritti e le libertà fondamentali non sono negoziabili. Sacrificare questi valori e innalzare muri tra noi stessi significherebbe farsi condizionare dai terroristi. Contro gli attacchi terroristici serve più democrazia, non il contrario.

"Siamo pronti a discutere un miglioramento del PNR. Tuttavia, chiediamo un approccio che rispetti in pieno i diritti individuali, con un obiettivo ben definito e chiarezza sul periodo di conservazione dei dati del PNR. Ogni modifica nell'uso del PNR finirà per essere inutile se i servizi nazionali di intelligence non si scambiano dati e informazioni in maniera regolare e nell'ambito di una cornice comunitaria. Se vogliamo che l'Europa agisca invece di reagire soltanto, è necessario che l'Ue si doti di una vera politica estera comune. Ciò darebbe un contributo decisivo alla battaglia per la sicurezza e la libertà".

Birgit Sippel, portavoce S&D per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni, aggiunge:

"In merito alla conservazione dei dati, la Corte di giustizia ha stabilito un metodo molto restrittivo per stabilire se una misura di sorveglianza sia in linea con i diritti fondamentali europei. Ogni nuova proposta contro il terrorismo (come l'uso del PNR nell'Ue) deve pertanto soddisfare questo prerequisito sui diritti fondamentali, altrimenti non lo accetteremo.

"In particolare, la Commissione e il Consiglio devono spiegare in maniera convincente perché siano necessarie misure aggiuntive invece di rafforzare gli strumenti già esistenti, come il database del Sistema di Informazione Schengen (SIS)".

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