Il Gruppo S&D chiede all’Unione europea di aprire urgentemente corridoi umanitari per i rifugiati intrappolati in Grecia, dando priorità ai minori non accompagnati, alle famiglie con bambini, ai rifugiati più vulnerabili e ai richiedenti asilo. Non vanno lasciati soli. I governi Ue devono agire rapidamente per superare la scoraggiante mancanza di volontà politica e di azione coordinata e solidale, che ha caratterizzato questi ultimi cinque anni.

Gli eurodeputati Socialisti e Democratici chiedono ai ministri degli affari esteri riuniti quest’oggi, di proporre una strategia in grado di gestire in modo efficace i confini esterni, che si assuma la responsabilità dei migranti più vulnerabili e funga da punto di partenza per sbloccare le riforme di lungo periodo del sistema europeo comune d’asilo.

Il commento di Juan Fernandez López Aguilar, presidente della commissione libertà civili, giustizia e affari interni:

“La situazione di oggi ai confini fra Turchia e Ue era evitabile. Gli stati membri non sono riusciti a dare risposte puntuali alle reiterate richieste del Parlamento degli ultimi cinque anni sulla riforma del sistema europeo comune d’asilo. Oggi, ai ministri si presenta una nuova opportunità per reagire: è necessario istituire un meccanismo per accelerare e avviare la lavorazione delle richieste d’asilo e ricollocare i richiedenti asilo, spostandoli dalle isole greche a corridoi umanitari sicuri, ricongiungendo le famiglie”. 

Birgit Sippel, portavoce S&D su libertà civili, giustizia e affari interni, ha aggiunto:

“Gli eventi di questa settimana ai confini della Turchia sono il risultato di una crisi politica e del fallimento degli stati membri nel cercare e trovare soluzioni sostenibili e nel costruire un sistema europeo comune d’asilo efficace. Senza una strategia a breve termine per prendersi cura di bambini, famiglie e delle persone più vulnerabili, perderemo un’altra occasione per dimostrare che siamo capaci di agire in modo responsabile e umano. Una strategia urgente in questo senso può rappresentare un ottimo punto di partenza, ma il Consiglio deve anche guardare nel lungo periodo, approntando riforme sostenibili della politica comune sulle migrazioni, per far sì che ciò a cui stiamo assistendo oggi ai confini d’Europa, non si ripeta in futuro”.

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