Il Parlamento europeo oggi ha votato a favore di libero accesso reciproco per i cittadini del Regno Unito e dell’Unione europea nell’era post Brexit.

 

La legislazione entrerà in vigore dal giorno successivo il ritiro del Regno Unito dall’Unione. Da quella data, ai cittadini britannici del Regno Unito, non sarà richiesto alcun visto per soggiorni fino a 90 giorni all’interno dell’Unione europea, prendendo come riferimento periodi di 180 giorni.

 

Il Regno Unito sarà inserito in una lista costituita da più di 60 Paesi terzi e territori, ai cui cittadini non è richiesto alcun tipo di visto per entrare nell’Unione per motivi professionali, imprenditoriali, per turismo o per visitare amici e parenti. L’esenzione da visti non comporta tuttavia il diritto automatico di lavorare nell’Unione.

 

Nonostante l’UE stia concedendo unilateralmente l’esenzione del visto ai cittadini britannici, questa concessione sarà revocata nel caso in cui il Regno Unito non segua la stessa linea in un’ottica di reciprocità e introduca l’obbligatorietà del visto per i cittadini di qualsiasi stato  membro.

 

Sergei Stanishev, eurodeputato S&D, vicepresidente della Commissione libertà civili e relatore su questo tema, ha dichiarato:

 

“Questo è un passo importante per garantire viaggi esenti da visto tra l’UE e il Regno Unito in seguito alla Brexit, specialmente nel caso non si riesca a raggiungere un accordo. Anche se noi progressisti vediamo la Brexit come un errore storico, abbiamo sempre lavorato preventivamente e in modo responsabile, per mitigare gli aspetti più negativi per la vita delle persone.

 

“Non è un segreto che i negoziati fossero bloccati dall’ostinazione del Consiglio in merito ad una nota a piè pagina riferita a Gibilterra, e non certo per questioni di sostanza sulla relazione. Il Consiglio semplicemente ignorava ogni proposta di compromesso avanzata dal mio collega e presidente della commissione libertà civili, Claude Moraes. Non posso che levarmi il cappello davanti all’eccellente lavoro che ha svolto nel trattare questo tema così complesso.

 

“Alla fine è stato il Parlamento a dimostrare maggior responsabilità in modo tale da evitare il caos che ne sarebbe potuto derivare se la legislazione non fosse stata a punto dal momento che il Regno Unito lasci l’Unione”.

Eurodeputati coinvolti
Membro
Bulgaria