La strada della Serbia e del Kosovo verso l'Unione europea sarà lastricata dagli sforzi per normalizzare le loro relazioni. Recentemente si sono registrati sviluppi positivi nel dialogo tra Belgrado e Pristina, reso più agevole dall'UE. Tuttavia, per garantire un autentico progresso, sono necessarie maggiore volontà politica, azioni concrete e fiducia reciproca da entrambe le parti, esortano i Socialisti e Democratici, alla luce delle relazioni sui due paesi adottate oggi dal Parlamento europeo.

Per quanto riguarda l'UE, gli auspicati progressi nel dialogo non devono essere un alibi per chiudere gli occhi sul governo autocratico del presidente Aleksandar Vučić. In primo luogo, la Serbia deve allinearsi alle sanzioni dell'UE contro la Russia se non vuole perdere il sostegno finanziario che riceve dall'Unione, come sostengono i S&D.

Tonino Picula, portavoce S&D per gli affari esteri, ha dichiarato:

“Prima di tutto, i S&D rinnovano le più sentite condoglianze a tutti i serbi che hanno perso i loro cari nella terribile sparatoria che ha sconvolto tutti noi la scorsa settimana. Condanniamo questa violenza con la massima fermezza. Questi tragici eventi, come dimostrato dalle recenti proteste, sono un triste promemoria dei problemi acuti della Serbia: il regime autoritario, lo “state capture” (presa in ostaggio dello Stato), la celebrazione di criminali di guerra e una scena mediatica tossica. Bisogna fare di più per contrastare l'arretramento democratico della Serbia. Il continuo sostegno finanziario al regime di Vučić non avvicina la Serbia all'UE.

“Pur riconoscendo pienamente l'importanza del dialogo tra Belgrado e Pristina, dobbiamo anche essere consapevoli che un progresso tanto auspicato in questo processo, che nei fatti è minimo, non deve essere un alibi per l'UE per rifuggire da una politica più assertiva nei confronti delle autorità serbe. Questo approccio si è rivelato molto dannoso in passato. Va da sé che è il Partito Popolare Europeo, la famiglia politica di Vučić, ad avere una responsabilità particolare in questo senso. Sosteniamo pienamente i serbi che vogliono una Serbia diversa, migliore, non violenta ed europea. Le loro aspirazioni fanno sperare che sia possibile interrompere la spirale di crisi permanente che ha un impatto negativo sull'intera regione.”

Demetris Papadakis, negoziatore S&D della relazione del Parlamento europeo sulla Serbia, ha sottolineato:

“Il messaggio più importante per Belgrado che emerge dalla relazione di quest'anno è: La Serbia deve allinearsi alle sanzioni dell'UE contro la Russia. Altrimenti, rischia di fare marcia indietro nei negoziati per l'adesione all'UE e di perdere il sostegno finanziario dell'Unione. Per garantire ulteriori progressi nel percorso di avvicinamento all'UE, la Serbia deve anche normalizzare le relazioni con Pristina e proseguire le riforme interne, in particolare con l'obiettivo di sostenere lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e la libertà dei media.”

“In questo contesto, abbiamo evidenziato le nostre preoccupazioni per la posizione dominante sul mercato di Telekom Srbija, di cui lo Stato è azionista di maggioranza, e per le affermazioni secondo cui il partito al governo starebbe usando l'azienda per aumentare la propria influenza sui media nazionali. Siamo preoccupati per un eventuale finanziamento statale di Telekom Srbija, che conferirebbe all'azienda un vantaggio competitivo sleale e contribuirebbe al declino dei media indipendenti in Serbia. Inoltre, chiediamo alla Commissione europea di esaminare il prestito di 70 milioni di euro concesso dalla Banca europea per gli investimenti a Telekom Srbija.”

Andreas Schieder, negoziatore S&D per la relazione del Parlamento europeo sul Kosovo, ha sottolineato:

“La notizia più importante per il Kosovo nell'ultimo anno è stata la concessione ai suoi cittadini dell'esenzione dal visto, attesa da tempo, a partire dal 1° gennaio 2024. Questa è la prova migliore che ci sono stati progressi significativi nel processo di riforma, ad esempio nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Nei momenti chiave, il Kosovo ha dimostrato di essere un partner affidabile. Invitiamo pertanto la Commissione europea a preparare, senza ulteriori ritardi, un parere sulla richiesta di adesione del paese all'UE.”

“Per garantire ulteriori progressi, sono necessari maggiori sforzi per salvaguardare l'indipendenza, l'efficienza e l'integrità del sistema giudiziario, per rafforzare la cooperazione del governo con la società civile e per salvaguardare la libertà dei media. Infine, ma non meno importante, la normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia, basata sul riconoscimento reciproco, è fondamentale per il futuro europeo di entrambi i paesi. Entrambi devono evitare la retorica incendiaria e agire in linea con i valori e i principi dell’UE.”

Eurodeputati coinvolti
Coordinatore
Croazia
Capo delegazione
Membro
Cipro
Capo delegazione
Membro
Austria
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