La detenzione del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, e di decine di altre persone, segna un altro palese attacco alla democrazia in Turchia. Dopo i recenti arresti di sindaci dell'opposizione, quest'ultimo giro di vite sottolinea l'allarmante erosione della democrazia e dello Stato di diritto sotto il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan.
I S&D si rivolgono alle autorità turche per rilasciare immediatamente tutte le persone indebitamente detenute per aver esercitato i loro diritti di membri dell'opposizione, giornalisti e attivisti. Esprimono condanna nei confronti della Turchia, che si sta allontanando sempre più dai principi democratici e mettono in guardia dalle conseguenze di questa deriva autoritaria sul processo di adesione all'UE, attualmente congelato. Sono pienamente solidali con il sindaco İmamoğlu, con la popolazione di Istanbul e con il loro partito omologo, il Partito Popolare Repubblicano (CHP), nella loro lotta per la democrazia.
Nacho Sánchez Amor, portavoce S&D nella commissione Affari esteri del Parlamento europeo, ha dichiarato:
"Siamo profondamente preoccupati per la detenzione di Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul, ennesimo allarmante esempio della tracotanza autoritaria delle attuali autorità turche. A pochi giorni dall'attesa nomina di İmamoğlu a principale candidato dell'opposizione alla presidenza, è stata lanciata una campagna su vasta scala contro di lui su più fronti. Oltre ai casi già esistenti, ieri è stato annullato il suo diploma universitario - requisito per diventare Presidente della Repubblica - e oggi è stato arrestato insieme ad altre 100 persone con presunte accuse di corruzione e terrorismo. A ciò ha fatto seguito il divieto di manifestare per quattro giorni e il rallentamento dei social media. La tempistica e la natura di queste azioni rendono inequivocabilmente chiaro che si tratta di una mossa politicamente motivata, volta a impedire a un legittimo sfidante di partecipare alle prossime elezioni. Chiediamo il rilascio immediato di tutte le persone indebitamente detenute."
"Tutto questo avviene in un contesto sempre più repressivo, volto a reprimere l'opposizione e a mettere a tacere le voci critiche in Turchia attraverso una complessa rete di leggi repressive e la strumentalizzazione politica del sistema giudiziario. Nonostante alcuni recenti passi positivi in altri settori, è evidente che il governo del presidente Erdoğan rimane pienamente impegnato in un modello autoritario a scapito dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali, utilizzando sfacciatamente le istituzioni statali per promuovere la propria agenda politica."
"Questo è il motivo per cui il processo di adesione all'UE rimane in stallo e continuerà ad esserlo indefinitamente, a prescindere dall'importanza geopolitica che la Turchia dichiara di avere. Nessuna delle istituzioni dell'UE dovrebbe chiudere gli occhi di fronte all'allarmante deterioramento della democrazia in Turchia."