Strasburgo, 2 ottobre - Il Parlamento europeo conferma il taglio ai fondi per la Turchia nel bilancio rettificativo 2018. Un anno fa, infatti, 70 milioni di impegni e 35 di pagamenti erano stati posti in riserva (sospesi) come avvertimento a Erdogan. Se avesse proseguito con lo smantellamento dello Stato di diritto, sarebbero stati definitivamente tagliati, e così è stato. Brando Benifei, relatore in Commissione Esteri per il bilancio 2019, commenta così il voto: “Abbiamo dato un primo segnale ad Ankara, ma non ci fermiamo: nel mio testo sul bilancio per l’Azione esterna dell’UE per l’anno prossimo, approvato ad ampia maggioranza lo scorso agosto, i tagli proposti sono molto più ingenti, fino ad arrivare a lasciare soltanto il minimo indispensabile a generici programmi di cooperazione, allo Strumento per i rifugiati in Turchia e per un sostegno diretto alla società civile turca”.

Prosegue Benifei: “Tutto il resto dei fondi normalmente destinati ai Paesi candidati all’ingresso nell’UE attraverso lo Strumento Pre-Adesione (IPAII) è stato eliminato. L’Unione europea pone il principio di condizionalità alla base del proprio rapporto con i Paesi partner. A una regressione tanto palese nello Stato di diritto, deve corrispondere un altrettanto ingente taglio delle risorse economiche. Ne va della credibilità dell’Unione nella sua azione esterna”.

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