Come risposta al mancato accordo dei ministri delle finanze per l’adozione di una necessaria riforma dell’ormai superato Codice di condotta per la tassazione delle imprese, risalente al 1997, a causa all’ostruzionismo di alcuni stati membri, i Socialisti e Democratici reiterano la richiesta di abbandonare il voto all’unanimità in materia fiscale in Consiglio. Il Codice di condotta è uno dei principali strumenti Ue per combattere l’evasione e l’elusione fiscale.

I Socialisti e Democratici sono in prima linea nell’impegno per la riforma del Codice di condotta e nell’ottobre scorso hanno ottenuto l’appoggio del Parlamento europeo su una relazione contenente proposte di riforma concrete.

Aurore Lalucq, eurodeputata S&D, autrice della relazione sulla riforma del Codice di condotta e portavoce del Gruppo in materia di fisco, ha dichiarato:

“Sono molto delusa dal fallimento dei ministri delle finanze nel raggiungere un’intesa per l’adozione di una riforma del Codice di condotta per la tassazione delle imprese che si rende necessaria da tempo. I Pandora Papers hanno svelato nuovamente la portata degli abusi fiscali delle multinazionali e di singoli individui molto ricchi, pratiche che privano i cittadini europei di risorse importanti. Il Codice di condotta è uno degli strumenti principali per intervenire sui reati fiscali, ma è datato 1997 e non è più al passo delle sfide attuali legate alla digitalizzazione e alla globalizzazione. Solo per fare un esempio: alcuni dei più noti paradisi fiscali al mondo, come la Svizzera, l’Olanda, Hong Kong o Jersey, non sono mai nemmeno rientrati nella lista nera Ue dei paradisi fiscali. Criteri realistici e più stringenti come un’aliquota di tassazione minima effettiva, un livello minimo di sostanza economica e sanzioni per i paradisi fiscali, sono tra le riforme che il Parlamento europeo chiede e appoggia nella mia relazione”.

Jonás Fernandez, eurodeputato S&D e portavoce per gli affari economici e monetari, ha aggiunto:

“Per tutti coloro impegnati nella lotta per la giustizia fiscale non è una buona notizia che i ministri oggi non siano riusciti ad adottare la riforma necessaria e attesa del Codice di condotta per la tassazione delle imprese. È scandaloso che ancora una volta un ristretto gruppo di stati sia riuscito a bloccare un’ampissima maggioranza di Paesi pronti a compiere progressi. Tre europei su quattro desiderano e si aspettano un giro di vite decisivo sui reati fiscali e agli abusi. È tempo che la loro voce sia ascoltata e che le decisioni in materia di fisco siano prese a maggioranza qualificata, così come in altri campi politici”.

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