I Socialisti e Democratici del Parlamento europeo salutano REPowerEU, il piano della Commissione europea per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi e accelerare la transizione verde. S&D chiede un nuovo piano di rilancio per finanziare la transizione energetica, sulla falsariga del Dispositivo di ripresa e resilienza (RRF) creato per ammortizzare le conseguenze della pandemia COVID-19.

Mohammed Chahim, eurodeputato S&D, vicepresidente S&D responsabile degli aspetti energetici del Green Deal, ha dichiarato:

“Con REPowerEU abbiamo compiuto un passo avanti per ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia. Con REPowerEU possiamo ridurre le importazioni d’idrocarburi dalla Russia di un terzo quest’anno, pensando di potervi rinunciare completamente nel 2027. Tuttavia, per non aumentare le emissioni in Europa dobbiamo diversificare le importazioni di energia emancipandoci gradualmente ma rapidamente dai combustibili fossili e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Lo sviluppo di servizi e infrastrutture di stoccaggio delle energie rinnovabili e una maggior interconnettività tra gli stati membri saranno cruciali per fornire a tutti gli stati membri energia a sufficienza in futuro, ma questo richiede ancora molto lavoro e investimenti.

“La liberazione di quasi trecento miliardi per accelerare e intensificare la transizione all’energia pulita è necessaria, ma i soldi non sono l’unica cosa; dobbiamo semplificare le procedure di autorizzazione. In Olanda ad esempio oggi servono anni per ottenere i permessi per progetti sulle energie rinnovabili. Con le nuove linee guida speriamo di abbreviare sensibilmente i tempi e le procedure per l’ottenimento dei permessi per l’energia solare ed eolica. Risparmiare energia rimane comunque il modo più rapido ed economico per affrontare la crisi energetica e smettere di finanziare la guerra di Putin. Più energia risparmiamo, meno dovremo importarne”.

Dan Nica, portavoce S&D della commissione industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, ha dichiarato:

“Apprezziamo gli sforzi della Commissione e della strategia per diminuire la dipendenza energetica dalla Russia, ma siamo delusi di non vedere una programmazione, un cronoprogramma che contenga nero su bianco quando questo dovrebbe accadere. Il Parlamento europeo ha già detto che questi sforzi vanno compiuti subito. Per farlo abbiamo bisogno di un piano che generi una scossa tellurica che stimoli le rinnovabili e le misure di efficientamento energetico; al contempo dobbiamo lavorare sugli anelli deboli in termini d’infrastrutture d’interconnessione e stoccaggio. Sono necessarie risorse di gran lunga superiori di quelle ora a disposizione degli stati membri. L’attuale Dispositivo di ripresa e resilienza è stato concepito con lo scopo specifico di favorire la ripresa dalla pandemia. Ora siamo di fronte a una nuova crisi e pertanto abbiamo bisogno un nuovo piano di ripresa per finanziare la transizione energetica. A pagare il prezzo della nostra indipendenza energetica non possono e non devono essere i cittadini a basso reddito o le piccole e medie imprese”.

Eurodeputati coinvolti
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Capo delegazione
Coordinatore
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