Mentre lavorano per un’immediata distensione militare e un ritorno alla diplomazia, i Socialisti e Democratici chiedono di preparare severe sanzioni contro la Russia, in merito alle quali si dovrebbe raggiungere un accordo già durante il Vertice europeo di giovedì, per tradurle in uno sforzo concreto di prevenire l’uso della forza del Cremlino contro l’Ucraina. Allo stesso tempo, S&D insiste sulla strada del dialogo politico come unica via per risolvere il conflitto in Europa orientale, un dialogo che deve coinvolgere anche l’Ucraina.

Nella plenaria di oggi, il Gruppo S&D ha condannato il copioso dispiegamento militare russo ai confini con l’Ucraina e chiede a Mosca di ritirare immediatamente e totalmente le truppe. L’indipendenza ucraina, la sua sovranità e la sua integrità territoriale all’interno dei confini territoriali riconosciuti a livello internazionale, vanno salvaguardati. S&D esorta le parti, e soprattutto la Russia, a riprendere il dialogo nel Gruppo di contatto trilaterale e nella cornice del Formato Normandia, e ad implementare senza esitazioni le misure stabilite dagli accordi di Minsk e dagli ultimi incontri della piattaforma Normandia.

Pedro Marques, vicepresidente S&D, oggi in plenaria ha dichiarato:

“Solo pochi anni fa, la Russia annesse illegalmente la Crimea e appoggiò una frangia separatista violenta che controlla parti dell’Ucraina orientale. Non è stata fiction, non ci si è limitati alle minacce; si è trattato di azioni concrete contro un Paese indipendente, a violazione delle sua sovranità e della legge internazionale. Oggi, di nuovo, la Russia invia un chiaro messaggio con un massiccio dispiegamento militare lungo i confini ucraini, che potrebbe tradursi in una nuova offensiva e nuove violazioni: è una minaccia reale per l’Ucraina e la stabilità di tutta la regione.

“Si tratti di una vera e propria intenzione d’invasione o un tentativo d’intimidire e destabilizzare l’Ucraina, non possiamo né dobbiamo tollerarlo. L’Unione europea e i suoi partner atlantici devono essere pronti ad applicare severe sanzioni che facciano comprendere al regime autocratico russo quale sia il prezzo da pagare per questo tipo di condotta. Noi chiediamo quindi che al Vertice europeo di giovedì si prepari un robusto pacchetto di sanzioni, compresi strumenti come il congelamento degli asset europei di persone legate al Cremlino. Se l’oligarchia russa capisce solo la lingua del potere e dei soldi, dovrebbe anche riuscire a comprendere quanto perderà se non cambia atteggiamento.

“Noi vorremmo stabilire una cooperazione normale con la Russia, andrebbe a beneficio di tutti, ma ciò potrà accadere solo se la Russia cambierà rotta e s’impegnerà al rispetto delle leggi internazionali e delle stabilità dei vicini Ue”.

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