Nel voto in commissione affari economici, il Gruppo S&D si è astenuto dal voto su ciò che ritiene un’operazione troppo sbrigativa di modifica della MiFID, la Direttiva sul mercato degli strumenti finanziari (Markets in Financial Instruments Directive). La proposta della Commissione europea intendeva emendare alcuni punti della MiFID, per gestire l’impatto della crisi COVID-19, per incoraggiare gli investimenti nell’economia reale e liberare risorse sia per le imprese, sia per gli investitori.

Eero Heinäluoma, eurodeputato S&D e negoziatore del Gruppo su questo tema, ha dichiarato:

“Sono felice che la commissione non abbia dato il via libera per aprire i negoziati interistituzionali Ue. Da un punto di vista democratico, è importante che ora l’intero Parlamento possa esprimersi sulla proposta nella sessione plenaria di novembre. Io mi auguro che tutti gli attori in gioco, e in particolare le ONG, assumano un ruolo attivo nella discussione prima della plenaria dell’Assemblea.

“Il nostro punto di partenza era chiaro: questo doveva essere un aggiustamento chirurgico, strettamente legato alle contingenze e volto ad attutire l’impatto della crisi COVID-19. È altrettanto chiaro però che l’idea del relatore e della Commissione era diversa: tentare di ampliare la portata dell’operazione. Non credo che questo sia il modo giusto di apportare cambiamenti legislativi. Trovo quantomeno discutibile che la Commissione abbia spinto il Parlamento europeo in questo gioco. La Commissione ha anche ammesso di esser venuta meno ai propri compiti, non presentando una valutazione adeguata dell’impatto di alcuni dei provvedimenti che ha proposto. Qualsiasi legislazione Ue degna di questo nome, può essere concepita o emendata solo se tutte le istituzioni giocano correttamente il proprio ruolo. La revisione della MiFID dovrebbe avvenire l’anno prossimo, al massimo entro luglio 2021, e solo dopo un’attenta valutazione dell’impatto da parte della Commissione europea, e dopo aver raccolto il parere dell’Autorità europea per la sicurezza dei mercati (ESMA).

“Il Gruppo S&D non è favorevole a trasformare quella che dovrebbe essere un’operazione di aggiustamento mirata, in un cambiamento strutturale di deregolamentazione, utilizzando il COVID-19 come pretesto. Per noi questo negoziato doveva essere un esercizio di controllo e prevenzione degli effetti negativi, per evitare che alcuni provvedimenti chiave di protezione degli investitori fossero svuotati di sostanza. Per noi è altresì fondamentale che la MiFID contenga regole minime di gestione dei prodotti, con lo scopo di proteggere gli investitori che troppo spesso cadono vittime di operazioni opache o fuori della loro portata. Riteniamo quindi un fatto positivo che una maggioranza in commissione affari economici sostenga questa linea. Inoltre, per quanto riguarda la cosiddetta ‘research unbundling’, vale a dire l’obbligo di indicare in forma disaggregata e analitica gli oneri e i costi sui servizi d’investimento, anche quelli di ricerca, siamo riusciti a rimanere aderenti allo status attuale, nonostante le forti pressioni del relatore, che intendeva dichiarare queste regole obsolete. In realtà, a nostro avviso, queste regole sono fondamentali per garantire piena trasparenza sui costi di ricerca su una determinata compagnia e il costo d’esecuzione dell’intera operazione e del servizio”.

Jonás Fernández, eurodeputato S&D e portavoce in materia di affari economici, ha dichiarato:

“Purtroppo abbiamo perso per un solo voto sul testo di riforma sui limiti di proprietà sui contratti derivati. Su questi provvedimenti si era raggiunto un accordo in seguito agli impegni assunti nell’ambito del G20, dopo l’ultima crisi finanziaria e la crisi dei prezzi del settore alimentare. Il risultato del voto dimostra la profonda divisione dell’Assemblea su un tema tanto sensibile come i limiti di proprietà di contratti derivati.

“La posizione del nostro Gruppo è chiara: siamo a favore di misure che favoriscano l’accesso al mercato finanziario per le imprese a bassa e media capitalizzazione. Tuttavia, questo dovrebbe avvenire di pari passo con la definizione di robuste regole di protezione degli investitori e di piena trasparenza sui costi. Non vogliamo essere complici di un’operazione o un programma di deregulation, dietro il pretesto di attutire l’impatto del Covid-19. Ci aspettiamo senz’altro un’ambiziosa revisione della MiFID, il luglio prossimo, dopo un’accurata valutazione degli impatti e la consultazione dell’ESMA e degli attori coinvolti. Per questo, non abbiamo dato il nostro appoggio al testo così come è stato presentato, e siamo impazienti di poter dare un contributo per migliorarlo in modo significativo in sede plenaria”.

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