Alla vigilia del Consiglio degli affari generali dell'Ue, i leader del Parlamento europeo, su iniziativa della presidente del Gruppo S&D Iratxe García Pérez, hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio d'Europa e alla presidenza croata, esprimendo profonda preoccupazione per i mancati progressi nella procedura da articolo 7 contro Polonia e Ungheria. Nonostante la situazione allarmante in entrambi i Paesi, i ripetuti appelli all'azione, e la centralità del rispetto dello Stato di diritto in Polonia e Ungheria, il tema non è stato nemmeno posto all'ordine del giorno dell'incontro dei ministri degli esteri Ue di martedì.

Iratxe García, presidente del Gruppo S&D, ha dichiarato:

“Negli ultimi anni, il partito di orientamento nazionalista PiS e i governi Fidesz, hanno messo in atto una serie di riforme che, anche attraverso il controllo della magistratura e dei mezzi d'informazione, hanno cambiato drasticamente i connotati democratici della Polonia e dell'Ungheria. Non c’è più tempo da perdere. Nonostante sia stata lanciata la Procedura da articolo 7, non abbiamo visto progressi in questo senso. Mentre il Consiglio tiene audizioni irregolari senza che il Parlamento sia invitato a parteciparvi, sia Kaczynski, sia Orbán, continuano a forzare le regole della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.

“Dobbiamo prenderne atto: la procedura da articolo 7 non ha funzionato. È tempo che il Consiglio europeo si attivi per difendere il progetto europeo di un'Unione fondata su valori comuni e liberali. Nell'interesse dei cittadini ungheresi e polacchi, questi principi democratici devono essere protetti.

“Il Gruppo S&D continua a insistere per un nuovo meccanismo per la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, che valuti la situazione in tutti gli stati membri su base annuale e indipendente, e produca specifiche raccomandazioni che implichino azioni mirate e potenziali conseguenze in bilancio per gli stati”.

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