Oggi, la commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sulla misurazione delle emissioni nel settore automobilistico (EMIS) ha votato una relazione, in cui sono riportati i risultati di quasi un anno di indagini sullo scandalo emissioni auto, e un pacchetto di raccomandazioni volti a prevenire altri imbrogli in futuro.

Nelle conclusioni della relazione, si legge che i produttori di auto sono riusciti a nascondere per anni le emissioni dei motori diesel in condizioni reali, costruendo auto che potevano superare test di laboratorio datati invece dei test su strada. Nonostante si  affermi che non ci sono informazioni su comportamenti illegali, la relazione conclude che nelle comunicazioni tra i servizi interni della Commissione circolava la notizia di un sospetto ‘hard cycle beating’ (una ‘cospicua evasione del ciclo’) e dunque di un possibile uso di impianti di manipolazioni illegali. Ma la Commissione non ha preso alcuna iniziativa per indagare oltre. Gli Stati membri non sono riusciti a far applicare la legislazione Ue sulle emissioni auto o a indagare sul perché le auto da loro stessi omologate fossero molto più inquinanti su strada di quanto non lo fossero in laboratorio. L’introduzione di nuovi e più attendibili test in condizioni reali è stata ritardata, cosa che dimostra che gli interessi delle industrie automobilistiche sono stati messi davanti alla tutela della salute e al rispetto dell’ambiente

Le raccomandazioni stilate dalla commissione di inchiesta per evitare future frodi includono il rafforzamento del processo di omologazione dei veicoli Ue, funzioni di controllo per la Commissione e la creazione di un’agenzia Ue di vigilanza sul settore.

Seb Dance, eurodeputato e portavoce S&D sullo scandalo Dieselgate, dichiara:

“Il verdetto è chiaro: la cattiva amministrazione e la negligenza hanno consentito il proliferare delle frodi nel settore auto. Anche dopo che lo scandalo è scoppiato, le lobby dell’industria automobilistica hanno convinto diversi Stati membri a ritardare e annacquare i nuovi test sulle emissioni in condizioni di guida reali, consentendo cosu’ alle auto di inquinare più del doppio di quanto consentito dalla legge a partire dal 2017 fino al 2020 e il 50% in più di quanto sarà consentito dopo il 2020.

“Gli Stati membri non sono riusciti a evitare le emissioni illegali delle auto e hanno chiuso gli occhi sugli imbrogli sui testi della Volkswagen e delle altre industrie. La Commissione non ha fatto rispettare la proprio legislazione, erodendo la fiducia dei consumatori nel settore auto e mettendo a rischio la salute pubblica.

"I paesi Ue hanno adesso una solo strada davanti, ossia resettare il sistema di omologazione dei veicoli e garantire che le auto siano ‘verdi’ non solo in laboratorio ma anche su strada. Il forte segnale che il Parlamento sta inviando oggi non deve essere ignorato dai paesi membri. Quei paesi che continuano a bloccare il rafforzamento della vigilanza di mercato a livello Ue devono smettere di porre gli interessi delle proprie industrie automobilistiche dinanzi a quelli di cittadini e consumatori”.

La relatrice ombra S&D, Christine Revault d'Allonnes Bonnefoy, aggiunge:

“Dopo il Dieselgate, non si puo’ continuare a non agire. I Socialisti e Democratici chiedono la creazione di una agenzia Ue indipendente per la vigilanza sui veicoli. Il Dieselgate è figlio della mancata vigilanza da parte degli Stati membri sul rispetto della legge da parte dell’industria automobilistica e delle diverse applicazioni della normativa Ue nei vari paesi membri. Ecco perché vogliamo che l’Ue possa condurre test e indagini sulle auto, inclusi test a sorpresa, in modo da garantire che gli Stati membri e le industrie auto facciano il loro lavoro. E cosi’ da poter sanzionare chi non rispetta la legge con il ritiro delle omologazioni.

“L’Ue deve avere gli strumenti per migliorare la protezione delle salute pubblica e dell’ambiente. E’ importante anche per dare ai cittadini il segnale che il Parlamento europeo, la unica istituzione europea eletta direttamente, sta facendo il massimo per promuovere i loro interessi”.

Le raccomandazioni possono ancora essere emendate nel voto in plenaria che si terra al Parlamento europeo di Strasburgo in aprile.