Su richiesta dei Socialisti e Democratici, il Parlamento europeo ha votato oggi una risoluzione contro il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina. Il testo sottolinea l'importanza di un commercio e di investimenti liberi ed equi tra Ue e Cina, ma ha chiarito che Pechino non soddisfa ancora i criteri stabiliti dall'Ue per il riconoscimento delle economie di mercato.

Il Parlamento si oppone a qualsiasi riconoscimento unilaterale della Cina come economia di mercato all'interno dell'Organizzazione internazionale del commercio (il Wto), e chiede alla Commissione di coordinarsi con i principali partner commerciali dell'Ue per garantire che la Cina non abusi della sua posizione per fare dumping a favore dei suoi prodotti dopoo il dicembre 2016.*

Il portavoce S&D per il commercio, David Martin, dichiara:

"Questo voto invia un segnale forte: il Parlamento europeo non accetterà alcuna misura che indebolisca la nostra capacità di difenderci dalla competizione sleale cinese. Non possiamo accettare il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina e insistiamo sul fatto che occorra rafforzare i nostri strumenti di difesa. La manifattura europea non puo' sopportare altri ritardi. Dobbiamo agire adesso per il bene dell'industria Ue.

"Il gruppo S&D ha avuto un ruolo guida nel Parlamento e, vista l'urgenza del tema, ha anticipato il voto a dispetto dell'opposizione di altri gruppi politici. Siamo contenti adesso che tutti i principali gruppi del Parlamento abbiano condiviso la nostra posizione”.

La portavoce S&D per le relazioni commerciali con la Cina, Alessia Mosca, afferma:

"Oggi abbiamo chiesto alla Commissione di non riconoscere lo status di economia di mercato alla Cina. Non si tratta di un voto pro e contro la Cina, né di un atteggiamento protezionistico: si tratta di difendere le nostre industrie (e i nostri standard) da una competizione sleale. Sosteniamo il libero commercio ma solo se si gioca tutti allo stesso livello.

"Il gruppo S&D ha avuto un ruolo guida in questa battaglia dall'inizio alla fine e continueremo a chidere garanzie affinché non vengano sacrificate le nostre imprese e centinaia di posti di lavoro. E' stato un messaggio importante di unità quello lanciato da tutti i principali gruppi politici votando la risoluzione”.


• Nota per i giornalisti

Quando 15 anni fa la Cina è entrata nel Wto, fu introdotta una metodologia di calcolo del dumping nella Sezione 15 del Protocollo di adesione temporanea, con la previsione che la Cina sarebbe diventata una economia di mercato entro il dicembre 2016. Questa sezione consente all'Ue e a tutti i membri Wto di applicare norme speciali sull'import cinese al fine di evitare fenomeni di concorrenza sleale.  Dato che solo alcune previsioni della Sezione 15 scadranno nel dicembre 2016 e che il resto di esse resteranno vigenti, e dato che la Cina non ha attuato le riforme necessarie a diventare una economia di mercato, deve permanere l'applicazione di norme speciali alle importazioni cinesi, consentendo cosi' all'Ue di proteggere le aziende e i posti di lavoro nell'Unione.