Oggi, il Parlamento europeo ha appoggiato la relazione Kyenge che chide all'Ue un approccio olistico al tema della migrazione. La relazione delinea una posizione fortemente progressista su come dovrebbe essere una nuova politica europea in materia di migrazione.

L'eurodeputata S&D  Cécile Kyenge, coautrice della relazione, ha detto:

“La crisi dei rifugiati ha dimostrato che l'attuale approccio europeo sul tema della migrazione non è sostenibile. È necessaria una revisione completa per creare un sistema che sia adeguato al ventunesimo secolo. Questa relazione delinea la visione del Parlamento europeo su come questo sistema dovrebbe essere.

“Negli ultimi anni migliaia di persone sono annegate nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste dell'Europa. Queste morti sono una macchia nella nostra coscienza. Lanciamo un appello per operazioni di ricerca e salvataggio in mare che siano permanenti, solide ed efficaci, per prevenire altre inutili perdite di vite.

“Questa risposta immediata deve essere accompagnata da una revisione più ampia della gestione delle domande d'asilo nell'Ue. Serve sotituire il sistema Dublino – secondo il quale i rifugiati devono richiedere asilo nel primo paese dell'Ue che raggiungono – con un sistema europeo centralizzato che ridistribuisca i rifugiati in maniera equa e trasparente. Occorre adottare un approccio simile anche con i rifugiati già arrivati in Europa, con un sistema di ricollocamento obbligatorio, che distribuisca i rifugiati tra i diversi Stati membri di modo che la responsabilità sia condivisa in maniera equa. Questo sarà supportato dalla garanzia di mutuo riconoscimento delle decisioni positive in materia di asilo da parte di tutti gli Stati membri”.

Birgit Sippel, portavoce S&D per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, ha aggiunto:

“Lo scopo di questa relazione è mettere in evidenza la necessità di un approccio olistico sul tema della migrazione, contrario alla semplice volontà di tenere le persone fuori dall'Europa. Negli ultimi mesi ci si è concentrati in maniera eccessiva sul tema della sicurezza, e troppo poco sulla necessità di contrastare le cause profonde della migrazione di massa. Non possiamo accettare che finanziamenti inizialmente pensati per gli aiuti allo sviluppo o per il sostegno ai paesi terzi siano ora destinati ad aumentare la sicurezza delle frontiere. È un approccio di breve periodo che sta solamente creando problemi maggiori per il futuro”.

“Nel lungo periodo dobbiamo garantire rotte legali definite per l'Europa – sia per chi necessita di protezione che per chi ha capacità richieste sul mercato del lavoro europeo. La relazione chiede la creazione di visti umanitari, che permetterebbero ai detentori di viaggiare direttamente verso il paese nel quale vogliono richiedere asilo. Questo approccio permetterebbe di gestire i flussi di rifugiati che si dirigono verso l'Ue e ridurrebbe la necessità di rivolgersi ai servizi offerti dai trafficanti di esseri umani. Oltre a misure per contrastare la crisi dei rifugiati, chiediamo all'Ue di stabilire norme più generali sull'ingresso e la permanenza di persone provenienti da paesi terzi che cercano lavoro nell'Unione, per colmare le lacune del mercato del lavoro dell'Ue. Questo potrebbe permettere di rilanciare l'economia europea e di dimostrare i benefici che la migrazione porta in Europa”.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania