Dopo lunghi e difficili negoziati, Parlamento europeo, Consiglio e Commissione hanno raggiunto un accordo politico sulla normativa per escludere dal mercato europeo i minerali provenienti da zone di guerra.

Senza rendersene conto, i cittadini europei oggi sono “complici inconsapevoli” delle società che traggono profitto dall’estrazione dei minerali in zone di guerra, in cui popolazioni indebolite vengono sfruttate e il denaro viene usato per alimentare la violenza. Questi minerali sono utilizzati per i dispositivi elettronici che usiamo ogni giorno, come telefoni cellulari, tablet, televisori e computer portatili.

I negoziatori S&D sono stati cruciali per il raggiungimento di un accordo sull'introduzione di un sistema obbligatorio per gli importatori di minerali e metalli che contengono i cosiddetti 3TG (stagno, tantalio, tungsteno e oro).

Il presidente S&D Gianni Pittella ha detto:

“L’Europa ha vinto una battaglia per la giustizia grazie all’ostinazione, all’impegno e alla forza dei valori del gruppo S&D. Non è però una vittoria finale. Abbiamo dato un duro colpo alle milizie che in molte regioni del mondo, specialmente nell’est della Repubblica democratica del Congo, massacrano, maltrattano e violentano donne e bambini per sfruttare le miniere dei cosiddetti ‘minerali provenienti da zone di guerra’: stagno, tungsteno, tantalio e oro. L’attuale situazione da “Wild West” sta andando verso una fine. I cittadini europei devono essere consapevoli del fatto che i loro tablet, i loro GSM o i loro PC contengono probabilmente minerali macchiati di sangue innocente.

“Siamo stati nella Repubblica democratica del Congo. Un anno fa abbiamo visto con i nostri occhi il brutale sfruttamento di bambini e le violenze contro le donne. Da allora siamo impegnati in una battaglia etica nel Parlamento europeo e nei negoziati con il Consiglio Ue. Il problema dei minerali provenienti da zone di guerra non è e non può essere considerato una semplice questione commerciale.

“Non sorprenderà se la prossima settimana, in seguito alla nostra richiesta, il Parlamento europeo voterà una risoluzione sulla violenza nella regione orientale del Congo, e in particolare attorno al villaggio di Beni. I minerali provenienti da zone di guerra sono una delle cause profonde di questa violenza, cui speriamo di porre fine. Grazie al nostro impegno, abbiamo dimostrato che l’Unione europea si preoccupa per i diritti umani e la dignità dell’uomo al di là di vuote dichiarazioni e degli interessi finanziari”.

L’eurodeputata Marie Arena, portavoce S&D per i minerali provenienti da zone di guerra, ha detto:

“All’inizio dei negoziati la Commissione e il Consiglio hanno rifiutato completamente l’idea di norme obbligatorie. Solo con le pressioni del Parlamento, guidato dal gruppo S&D, abbiamo fatto notevoli passi in avanti, e ora le aziende saranno obbligate ad analizzare i rischi potenziali riguardo all’origine dei minerali con cui fanno affari.

“È un primo passo molto importante per la responsabilità delle aziende europee e dell’intera catena di produzione. Siamo riusciti a introdurre l’obbligo di due diligence* e gli obblighi di comunicazione per le aziende, dalla miniera al punto di fusione dei prodotti previsti dalla normativa, così come per gli importatori di metalli contenenti questi minerali.

“Volevamo spingerci oltre, e lo faremo. Non è un semplice accordo di facciata. Abbiamo insistito con forza per la clausola di revisione per includere le aziende che producono componentistica e che commerciano in prodotti finali (il cosiddetto “downstream”). Per iniziare, la Commissione europea stabilirà un sistema volontario per queste aziende, ma sarà introdotta una legislazione se questo sistema volontario non funzionerà. La nostra battaglia va avanti, ma è stato compiuto un passo in avanti cruciale per spezzare il circolo vizioso”. 

*Nota per i giornalisti:

La Guida dell'OCSE sulla Due Diligence per una catena di approvvigionamento responsabile dei minerali provenienti da zone di conflitto e ad alto rischio. È stata firmata nel novembre del 2012

Eurodeputati coinvolti
Membro
Belgio