In vista dell’importante meeting dell’Eurogruppo di lunedi’ prossimo a Bruxelles, gli eurodeputati S&D hanno chiesto ai ministri delle Finanze dell’Eurozona di concludere in tempi rapidi la seconda revisione del programma di aggiustamento della Grecia.

Nel corso di un dibattito oggi in plenaria a Strasburgo, il vicepresidente S&D Udo Bullmann ha dichiarato:

“Non è la prima volta che il Fondo monetario internazionale (Fmi) avanza richieste contrarie alle posizioni dei suoi partner europei. Finora, è sempre stato possibile raggiungere un accordo. Non vi è ragione per cui questa volta debba essere differente. Ci attendiamo che il 20 febbraio l’Eurogruppo esca dalla situazione di stallo.

“C’è una differenza tra l’inverno del 2017 e l’estate del 2015. Oggi, il problema non è la mancanza di volontà del governo greco di adempiere ai suoi doveri. Stavolta, i ministri conservatori delle Finanze stanno preparando le rispettive campagne elettorali e sperano di togliere voti agli euroscettici dando degli ultimatum a un governo che sta lavorando in modo più credibile di quanto fatto dai suoi predecessori sulle riforme strutturali.

“La Grecia non chiede più austerità. Basandosi sull’accordo all’Eurogruppo del maggio 2016, i greci e i partner dell’Eurozona devono gettare le fondamenta per la crescita sostenibile e la creazioni di posti di lavoro di qualità”.

La portavoce del gruppo S&D per gli affari economici e monetari, Pervenche Berès, aggiunge:

“I dati macroeconomici sull’economia greca, presentati ieri dalla Commissione europea,  parlano da soli. Nel 2018, la Grecia avrà un surplus primario del 3.7% a fronte di una precedente previsione del 3.5%.

“L’economia greca sta andando meglio delle attese. La crescita del Pil potrebbe raggiungere il 2.7% nel 2017 e il 3.1% nel 2018.

“Negli ultimi anni, il Paese ha fatto enormi sforzi e sacrifici. Cosa stiamo aspettando? Coloro che non vogliono concludere la seconda revisione sono gli stessi che vogliono riaprire il dibattito sulla Grexit.

“Per noi Socialisti e Democratici, la Grexit non è una opzione.”

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Germania