Oggi, durante un dibattito in plenaria a Strasburgo, i Socialisti e Democratici hanno invitato i leader dell'Ue a presentare un piano concreto e dettagliato per riformare la zona euro.

L’eurodeputato S&D Roberto Gualtieri, presidente della commissione Affari economici e monetari al Parlamento europeo, dichiara:

“È giunto il momento che i leader dell'Ue intensifichino gli sforzi per compiere passi concreti verso l'approfondimento dell'Unione Economica e Monetaria (UEM) e il completamento dell'Unione bancaria. Sono trascorsi sei mesi dalla proposta della Commissione e il Consiglio non ha ancora compiuto progressi. Noi Socialisti e Democratici chiediamo una riforma ambiziosa che offra all'UEM gli strumenti necessari per garantire crescita, coesione e resilienza agli shock.

 “Accogliamo con favore la proposta di un fondo di stabilizzazione macroeconomica, ma le sue dimensioni dovrebbero essere aumentate e dovrebbe fornire meglio i sussidi di disoccupazione. Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) dovrebbe essere integrato nella legislazione Ue e qualsiasi meccanismo di ristrutturazione del debito sovrano deve essere evitato. Ci opponiamo all'integrazione del Fiscal compact nella legislazione europea e sosteniamo la golden rule per promuovere gli investimenti. Per quanto riguarda l'Unione bancaria, dovrebbe essere completata con un vero strumento di sostegno fiscale e un sistema europeo di assicurazione dei depositi”.

L'eurodeputata Pervenche Berès, portavoce S&D per gli affari economici e monetari, dice:

“Si devono trarre lezioni dalla crisi finanziaria del 2008. La zona euro necessita di un bilancio specifico, sufficientemente solido e chiaramente articolato con il quadro finanziario pluriennale, per aiutare i suoi membri a far fronte agli shock macroeconomici e evitare il rischio di ripetere gli errori del passato. La preparazione è fondamentale se vogliamo evitare un'altra recessione.

“Riteniamo che, a lungo termine, il MES dovrebbe svolgere un ruolo stabilizzante. Dovrebbe essere ulteriormente sviluppato e trasformato in un Fondo Europeo di Stabilizzazione (FES) con adeguate capacità di credito e un mandato chiaramente definito. Il metodo comunitario deve applicarsi pienamente.

“Inoltre, ogni ulteriore passo verso l'approfondimento dell'UEM dovrà andare di pari passo con controlli democratici più forti. A tal fine, il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali deve essere rafforzato”.