In merito alle implicazioni normative sulle rivelazioni legate al caso FinCEN, Jonás Fernandez, portavoce S&D in materia di affari economici e monetari, ha dichiarato:

“Il caso FinCEN dimostra che ancora troppe delle maggiori banche del mondo non hanno imparato la lezione.

“L'unico obiettivo è intascarsi la commissione, anche se si tratta di denaro di dubbia provenienza o addirittura sporco. Il sistema di reporting difensivo del sistema bancario semplicemente non funziona. Abbiamo bisogno di regole più stringenti per quanto riguarda i conti che vanno chiusi e le transazioni che devono essere rifiutate, e di un regime efficace di sanzioni finanziarie e penali. Anche l’impunità delle società e dei funzionari che non rispettano le procedure di controllo anti-riciclaggio deve finire.

“Il caso FinCEN dimostra una volta di più la necessità di un testo unico di norme comuni, legittimato da un soggetto supervisore Ue e dall’Unità d'intelligence finanziario dell'Ue.

“Vogliamo anche che l'Ue sia in prima linea nella lotta alle società di comodo, al sistema delle scatole cinesi, e per la trasparenza dei titolari effettivi delle società. È tempo di strappare questo denaro ai criminali e ai terroristi e restituirlo ai cittadini.

“Nel luglio scorso il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con la quale si richiedevano misure contro il riciclaggio di denaro in Europa, e un sistema efficace di sanzioni. Sono certo che se queste misure fossero state in vigore, molte delle negligenze e delle responsabilità penali rivelate dai file FinCEN si sarebbero potute prevenire, e devono essere quindi inserite nella prossima riforma della normativa anti-riciclaggio”.

Nota agli editori:

Nel luglio 2020 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione anti-riciclaggio, che puoi trovare qui. I Socialisti e Democratici hanno chiesto di aggiungere il caso FinCEN all'ordine del giorno della prima sessione plenaria d’ottobre.

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