Il 30 agosto, subito dopo la chiusura delle urne in Gabon e l’elezione ufficiale del presidente Ali Bongo per un terzo mandato, un gruppo di ufficiali militari ha annunciato la sua rimozione dall’incarico, il suo arresto e la sospensione della Costituzione. Un mese prima, il 26 luglio, in Niger, un gruppo di militari aveva rovesciato il presidente Bazoum. Questi sono solo gli ultimi due colpi di Stato nella cronologia dei cambiamenti di governo incostituzionali avvenuti negli ultimi anni nell’Africa subsahariana, una situazione altamente pericolosa che comporta il rischio di un effetto domino su molti aspetti dell’intera regione e dell’Europa. Esprimiamo la nostra preoccupazione e chiediamo alla Commissione europea di aumentare gli sforzi diplomatici per facilitare il ripristino della democrazia e dell’ordine costituzionale.

Il copresidente dell’Assemblea parlamentare paritetica Africa-Caraibi-Pacifico-UE nonché eurodeputato S&D, Carlos Zorrinho, ha dichiarato:

“Burkina Faso, Mali, Guinea e ora Niger e Gabon. I colpi di stato militari e i cambiamenti di governo incostituzionali nella regione subsahariana sono molto preoccupanti per l’enorme impatto che potrebbero avere sull’intero Sahel e per le crescenti sfide che questi colpi di stato comportano per la democrazia e lo sviluppo della regione. Il Gruppo S&D invita tutte le parti coinvolte ad astenersi da qualsiasi uso della violenza e a ristabilire un percorso democratico verso la stabilità e l’ordine costituzionale.”

“Il Covid, l’impatto della guerra russa contro l’Ucraina, i conflitti religiosi, le catastrofi naturali e i cambiamenti climatici - associati al malgoverno, alla corruzione e all’abuso di potere - hanno generato ancora più povertà e insicurezza, alimentando un crescente malcontento tra la popolazione. Il risentimento per gli interventi esterni percepiti come colonialisti e allo stesso tempo la controversa influenza russa e cinese hanno indebolito la capacità dell’UE di prevenire e scoraggiare i colpi di Stato nella regione.”

“Noi, come Unione europea, dobbiamo continuare a denunciare gli attacchi all’ordine costituzionale e democratico e aumentare la nostra cooperazione con l’Unione africana, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) e tutti gli altri attori internazionali coinvolti, promuovendo una tabella di marcia a breve e lungo termine verso la democrazia.”

“Il regime di sanzioni dovrebbe essere rivisto. Se da un lato si tratta di meccanismi che fungono da deterrente per i colpi di Stato e da strumento di pressione per il ritorno alla normalità costituzionale, dall’altro rischiano di peggiorare la situazione umanitaria sul terreno. Questo è un aspetto che dobbiamo evitare a tutti i costi. Chiediamo quindi alla Commissione di approfondire il sistema di eccezioni applicabile alle sanzioni collettive, al fine di garantire l’accesso agli aiuti umanitari alle popolazioni più vulnerabili.”

Eurodeputati coinvolti
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Portogallo
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