In seguito alla notizia che Ankara ha deciso di arrestare 82 persone in sette province nell’ambito di un’inchiesta sui disordini del 2014, noti come gli eventi del 6 e 7 ottobre, il Gruppo S&D al Parlamento europeo condanna la nuova stretta sul partito HDP turco. Tra gli arrestati vi sono l’ex deputato e sindaco HDP della città di Kars, Ayhan Bilgen, gli ex deputati HDP Ayla Akat Ata, Sirri Süreyya Önder, Altan Tan, Nazmi Gür, Emine Beyza Üstün, Emine Ayna, e un membro della Segreteria del partito, Alp Altinörs.

Kati Piri, vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri, ha dichiarato:

“Nonostante i ripetuti appelli provenienti dall’Europa e dalla comunità internazionale, le autorità turche continuano con gli attacchi ai danni degli esponenti politici kurdi. La detenzione di queste persone, tra le quali ex membri del parlamento, è un ulteriore passo indietro che spinge la Turchia sempre più lontano dall’Unione europea. L’HDP è uno dei due partiti fratelli del Gruppo S&D, l’ala democratica e pacifica della minoranza kurda, che rappresenta sei milioni di elettori. Devono essere lasciati liberi immediatamente.

Nacho Sánchez Amor, relatore del Parlamento europeo sulla Turchia, ha aggiunto:

“Esprimo la mia più profonda preoccupazione riguardo questo nuovo giro di vite contro i membri HDP sul presunto coinvolgimento negli eventi risalenti al 2014. Questo significa semplicemente proiettare lo stato di emergenza nel passato, a un periodo persino precedente il tentativo di colpo di stato fallito. Le autorità turche sembrano determinate a dichiarare una sorta di stato di emergenza retroattivo per reprimere qualsiasi voce critica e dissidente. Anche l’ex co-presidente Selahattin Demirtas è accusato di un coinvolgimento simile in quegli eventi e, trascorsi sei anni, è ancora in stato di detenzione – nonostante la sentenza della Corte europea dei diritti umani – e ancora in attesa di un atto di accusa.

“Tra i detenuti c’è anche il sindaco di Kars, Ayhan Bilgen, uno dei pochi sindaci HDP rimasti e non ancora rimossi dalla propria carica dal governo centrale. Se fosse rimpiazzato con un funzionario di fiducia del governo, sarebbe l’ennesimo attacco contro la volontà democratica dei cittadini espressa nelle ultime elezioni amministrative”.

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