Oggi la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo l’annuale pacchetto per l’allargamento dell’UE, che comprendeva anche relazioni mirate sui Paesi dei Balcani Occidentali e la Turchia. I Socialisti e Democratici hanno sempre insistito sull’importanza politica di un processo di allargamento dell’Unione come progetto utile e d’interesse comune sia per l’UE, sia per i Paesi candidati. 

Nella nuova legislatura del Parlamento europeo, il nostro Gruppo continuerà a sostenere una prospettiva d’allargamento autorevole, ma il ritmo delle tappe di questo processo dipenderà in buona misura dai Paesi interessati. 

Knut Fleckenstein, portavoce S&D in materia di affari esteri e relatore del Parlamento europeo sull’Albania, ha dichiarato: 

“Riconoscendo i notevoli sforzi compiuti dall’Albania e dalla Macedonia del Nord nel portare a compimento i processi di riforma, la Commissione europea raccomanda per il secondo anno consecutivo di intraprendere con entrambi i Paesi i negoziati per l’ingresso nell’Unione. Ora è tutto nelle mani dei capi di stato e di governo. Noi ci rivolgiamo al Consiglio Europeo, che si riunirà a Bruxelles nel mese di giugno, affinché mantenga le promesse e dia inizio ai negoziati senza ulteriori ritardi. Al Consiglio chiediamo anche che si vada verso una liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo, che ha rispettato tutti gli impegni previsti, e assuma le iniziative volte a riconoscere e gratificare gli sforzi compiuti dai Paesi che hanno intrapreso il cammino européo. 

“Il Gruppo dei Socialisti e Democratici è stato uno dei maggiori fautori del futuro europeo dei Paesi dei Balcani Occidentali e continuerà a esserlo. Non si tratta solo di una posizione di solidarietà: noi siamo fermamente convinti che l’Europa trarrà beneficio da una condizione di maggiore prosperità e stabilità dell’area dei Balcani Occidentali. I risultati raccolti nell’ultima legislatura dimostrano come il processo diplomatico sia la strada giusta da seguire. L’accordo di Prespa, con il quale si è trovata soluzione ad un’annosa disputa tra Grecia e Macedonia del Nord, è un esempio che ben rappresenta la validità di questo processo. 

“Tuttavia, molte sfide rimangono ancora aperte. È importante monitorare l’eventuale riduzione degli spazi democratici a disposizione della società civile e dei media indipendenti nella regione, e dare ascolto alle dimostrazioni pacifiche dei cittadini.

“Dobbiamo cercare di essere quanto più chiari possibile: in futuro il posto dei Balcani Occidentali è all’interno dell’Unione europea e il processo di allargamento dell’UE deve rivestire carattere di priorità anche per il Parlamento che si va definendo in questi giorni. I cittadini dei Balcani Occidentali si aspettano un segnale chiaro che dica che l’Unione europea sarà al loro fianco”. 

Kati Piri, eurodeputata S&D e relatrice del Parlamento europeo sulla Turchia, ha aggiunto: 

“Le relazioni della Commissione europea sulla Turchia riflettono gli sviluppi più recenti nel Paese, dove nell’ultimo anno siamo stati testimoni di un’ulteriore regressione delle garanzie dello stato di diritto e dei diritti umani fondamentali, a favore di un rafforzamento del governo autocratico di Erdogan. La decisione di annullare i risultati delle elezioni del sindaco di Istanbul è solo uno degli esempi più recenti ed eclatanti, che però dà una cifra chiara di questo arretramento.   

“I Socialisti e Democratici chiederanno alla Conferenza dei presidenti del Parlamento di inviare una missione di monitoraggio in occasione delle elezioni indette per il 23 giugno in Turchia, per osservare la ripetizione delle operazioni elettorali a Istanbul. 

“La posizione del Parlamento europeo in merito alle procedure di accesso della Turchia è chiara: non ha senso portare avanti il dialogo con il governo, ma l’Unione europea non deve far mancare il proprio appoggio e la propria solidarietà alla società civile turca. 

“Vi sono serie accuse di tortura in prigione. Per riattivare il processo democratico è necessario un nuovo sforzo e la Commissione europea ha la responsabilità di richiedere il rilascio dei prigionieri politici come Osman kavala e Selahattin Demirtas. 

“Mi auguro che negli anni a venire la Turchia riprenda il proprio cammino europeo”.

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