Il Parlamento europeo oggi adotterà un’ambiziosa risoluzione sui Pandora Papers che porta una chiara impronta S&D. I Socialisti e Democratici sono in prima linea nella lotta del Parlamento contro gli abusi fiscali e oggi hanno ribadito le proprie richieste per l’abbandono del principio dell’unanimità in Consiglio in materia fiscale, la riforma del Codice di condotta sulla tassazione delle imprese, criteri più puntuali per l’individuazione dei paradisi fiscali e un inasprimento delle sanzioni, e maggior trasparenza per aggredire più efficacemente i reati fiscali e l’elusione. La maggioranza del PPE ha votato contro la proposta d’emendamento S&D che cita alcuni politici di spicco della sua famiglia implicati nello scandalo fiscale.

Jonás Fernandez, eurodeputato S&D responsabile per gli affari economici e monetari, ha dichiarato:

“Sono rimasto scioccato nel vedere come i conservatori stiano tentando di insabbiare gli abusi fiscali dei propri politici. I Pandora Papers hanno rivelato ancora una volta un sistema fiscale guasto, in cui alcuni politici, grandi società e ricchi individui si sfilano dai propri obblighi fiscali sfruttando scappatoie legali, aliquote fiscali favorevoli offerte da regimi fiscali compiacenti e nascondendo i capitali nei paradisi fiscali. Queste pratiche opache aggravano le disuguaglianze e drenano denaro pubblico. Ogni anno nell’Ue si perde fino a un trilione di euro a causa delle frodi fiscali e dell’evasione. I Pandora Papers devono essere l’ultima campanella per l’Ue per passare all’azione, per dare un giro di vite decisivo gli abusi fiscali e questo implica anche fare nomi e cognomi delle persone coinvolte in questi scandali fiscali.

“Noi esortiamo i leader Ue a rendere la lista Ue dei paradisi fiscali uno strumento più affilato ed efficace. Il trasferimento dei capitali mostra in modo sconcertante quanto i paradisi fiscali giochino un ruolo centrale nel favorire le operazioni nell’ombra del sistema finanziario globale. La lista nera dei paradisi fiscali a oggi rimane un’arma spuntata, con criteri inadeguati e una governance opaca. Per questa ragione noi proponiamo di formalizzare il processo di definizione della lista nera Ue.

“Fino ad ora la lista Ue è stata redatta solo sulla base delle conclusioni del Consiglio. Alcuni dei più noti paradisi fiscali al mondo – come ad esempio Svizzera, Hong Kong e Jersey – non sono mai nemmeno stati inseriti nella lista, mentre altri sono sempre sfuggiti alla rete – come le Isole Cayman – anche se hanno guidato la corsa al ribasso offrendo aliquote fiscali pari a zero. Solo due settimane fa, Anguilla, Repubblica Domenicana e Seychelles sono state depennate dalla lista e gli unici nove Paesi che ancora ne fanno parte rappresentano solo flussi finanziari minori. Oltre a prevedere criteri più stringenti e realistici di redazione della lista e di definizione e individuazione dei paradisi fiscali – come un’aliquota fiscale minima effettiva e un livello minimo di sostanza economica – dobbiamo anche prevedere sanzioni più severe per i paradisi fiscali a scopo deterrente.

“Ora che i Pandora Papers hanno fatto luce su come alcuni stati americani garantiscano il segreto fiscale, il fatto che gli USA non abbia ancora aderito agli standard internazionali sullo scambio delle informazioni ai fini fiscali appare più preoccupante, ed è uno dei criteri validi per l’inserimento nella lista nera. Questa situazione deve cambiare e la nostra risoluzione è molto chiara in merito”.

Paul Tang, eurodeputato S&D e negoziatore per la risoluzione in commissione libertà civili, ha commentato:

“Per combattere gli abusi fiscali di calciatori, rockstar, modelle ed ereditieri, le cui immense fortune e manovre fiscali oggi sono tornate nuovamente a fare notizia, dobbiamo mettere di fronte alle proprie responsabilità anche i loro complici. Da tempo chiediamo una migliore regolamentazione dei gestori patrimoniali, degli studi legali, delle agenzie di costituzione delle società e dei commercialisti che progettano queste complesse architetture societarie attraverso la creazione di società di comodo nei paradisi fiscali, per nascondere le grandi ricchezze e le proprietà dei propri clienti e sottrarle alla mano del fisco. Questa impunità generalizzata deve finire.

“Le complesse strutture proprietarie dei sistemi finanziari nell’ombra in cui si muovono gli elusori, gli evasori fiscali e i riciclatori di denaro, prosperano grazie alla segretezza; noi Socialisti e Democratici chiediamo quindi ai politici europei di manifestare qualsiasi collegamento con queste società di comodo. I parlamentari europei sono già obbligati a rendere pubblici i propri interessi finanziari, e dovrebbero esserlo anche gli altri politici. Per sapere chi realmente è proprietario di compagnie o trust e i loro affari, noi proponiamo di aumentare l’accesso pubblico all’informazione sui proprietari effettivi. Per le compagnie europee abbiamo già stabilito questa regola, ma ora dobbiamo estenderla anche alle compagnie extra Ue. Una società di comodo nelle Isole Vergini Britanniche non dovrebbe poter acquistare delle proprietà nell’Ue senza l’obbligo di rivelare il proprietario effettivo”.

Note:

I Pandora Papers, pubblicati dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ) ai primi di ottobre, sono una mole di dati senza precedenti che rivela i veri proprietari di società con sede nelle giurisdizioni fiscali segrete, tra cui più di 330 politici e funzionari pubblici da più di 100 Paesi, compresi 35 capi di governo, in carica o del passato.

Di seguito si trova l’Emendamento 12, che ha raccolto il voto favorevole di soli 13 europarlamentari del PPE su 179 totali.

12. Si deplora che diversi politici, compresi decisori politici di alto livello dell’Ue, figurino fra i nomi resi noti dai Pandora Papers, e si chiede agli stati membri coinvolti di svolgere inchieste appropriate per approfondire su qualsiasi illecito; si deplora in particolare il fatto che politici come Andrej Babiš, primo ministro della Repubblica Ceca, e Nicos Anastasiades, presidente di Cipro, entrambi occupanti un seggio nel Consiglio europeo, insieme a Wopke Hoekstra, ministro delle finanze olandese, Ilham Aliyev, presidente dell’Azerbaijan, l’ex primo ministro Tony Blair, Milo Dukanović, presidente del Montenegro, e l’ex ministro maltese e già Commissario europeo John Dalli, siano stati menzionati nei Pandora Papers per collegamenti con affari offshore.

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