I Socialisti e Democratici al Parlamento europeo denunciano i conservatori e i liberali di utilizzare due pesi e due misure quando si tratta di protezione dei diritti umani. Ieri una coalizione formata da europarlamentari del PPE, Renew, ECR e di estrema destra appartenenti a Identità e Democrazia (ID), hanno rigettato la proposta dei Socialisti e Democratici d’istituire un sistema di sanzioni contro gli stati membri che esportino armi a Paesi che violano i termini della posizione comune Ue sull’esportazione di armi.

La proposta S&D rigettata era contenuta in una relazione adottata in sessione plenaria, la quale valutava come gli stati membri implementino e adempiano le norme comuni Ue in materia di esportazione di armi, frutto di accordi risalenti al 2008.

Joachim Schuster, parlamentare europeo del Gruppo S&D e negoziatore sulla relazione per l’esportazione di armi, ha affermato:

“Come europei noi siamo impegnati a garantire che le armi prodotte nell’Ue non siano esportate verso regimi che violano i diritti umani. Per tale ragione, già nel 2008, tutti gli stati membri hanno raggiunto un accordo e assunto una posizione comune. Questo documento, di natura legalmente vincolante, definisce le regole per l’esportazione delle tecnologie e degli equipaggiamenti militari ai Paesi terzi. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che alcuni stati membri continuano a esportare armi in Paesi come l’Arabia Saudita, vanificando gli sforzi comuni nel prevenire riprovevoli abusi dei diritti umani.

“Nella relazione, così come è stata adottata oggi in sessione plenaria, noi reiteriamo la nostra ferma richiesta di embargo Ue nei confronti degli stati che violano la posizione comune, tra i quali Arabia Saudita, Egitto e Turchia. Ma non è sufficiente. Dobbiamo dotarci di un meccanismo istituzionale che consenta un rafforzamento della legittimazione della posizione comune. Nel voto sulla relazione tenutosi in commissione affari esteri, i Socialisti e Democratici avevano introdotto una proposta per un meccanismo di sanzioni da porre in essere contro gli stati membri che violino gli accordi e i criteri condivisi a livello Ue per l’esportazione di armi. Sfortunatamente, questa proposta è stata bocciata da una maggioranza di destra in sessione plenaria. Si tratta di un’iniziativa imbarazzante per dei partiti che si dichiarano difensori dei diritti umani, ma allo stesso tempo votano contro regole vincolanti per prevenire che le armi prodotte nell’Ue siano utilizzate con lo scopo di violare i diritti umani”.

Sven Mikser, eurodeputato S&D portavoce per la difesa, ha aggiunto:

“Noi vogliamo che l’Ue sia un attore globale per la pace, la non proliferazione delle armi e il disarmo globale. Ma visto che l’Ue si mostra sempre più ambiziosa nel campo della difesa, abbiamo bisogno di maggior convergenza e coerenza delle politiche d’esportazione delle armi degli stati membri”.

“L’aumento della competitività del settore della difesa in Europa e gli interessi industriali degli stati membri non devono in alcun modo farci perdere di vista il rispetto dei diritti umani, la legge umanitaria internazionale, la preservazione della stabilità regionale, e il rischio di sviamento delle armi deve essere oggetto di grande attenzione.

“I Socialisti e Democratici prendono atto e accolgono positivamente le attività Ue che intendono sostenere l’universalizzazione del Trattato sul commercio delle armi e chiedono a tutti i maggiori Paesi esportatori di armi, come gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, di firmare e ratificare il trattato al più presto”.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatore
Estonia
Membro
Germania
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