Durante il dibattito al Parlamento europeo di Bruxelles, i membri del Gruppo S&D hanno ribadito che non intendono dare il proprio sostegno al Quadro finanziario pluriennale, il bilancio Ue per i prossimi sette anni, a meno che non sia ambizioso, progressista e in grado di assicurare le coperture a tutte le aree politiche, alle vecchie e nuove iniziative e ai programmi europei.

Eider Gardiázabal, portavoce S&D in materia di bilancio, ha dichiarato:

“Se il Consiglio crede di poter forzare la mano al Parlamento nell’approvazione di un bilancio Ue che non risponda alle esigenze dell’Unione europea, è in errore. Noi eravamo pronti ad aprire i negoziati già nel 2018. Questo ritardo nei negoziati suggerisce quanto il Consiglio abbia in poca considerazione il nostro ruolo al tavolo, o quantomeno che ritiene di poterci prevaricare facendoci accettare qualcosa che non è in linea con le attese e le richieste dei cittadini. In entrambi i casi noi non ci faremo intimidire.

Margarida Marques, negoziatrice S&D sul Quadro finanziario pluriennale, ha commentato:

“Abbiamo visto come il Consiglio abbia portato al fallimento di un accordo, dimostrando che non è ancora pronto a impegnarsi col Parlamento. In questo momento dobbiamo stare concentrati sugli aspetti essenziali: i programmi esistenti e le nuove iniziative devono potersi fondare su finanziamenti adeguati. I nostri cittadini ci contano.

“Noi rimaniamo ben saldi sulle nostre posizioni, e chiediamo un bilancio di alto livello per rispondere alle esigenze dei cittadini e intendiamo compiere progressi importanti anche nell’utilizzo di nuove risorse proprie dell’Unione. È essenziale se vogliamo ottenere finanziamenti adeguati. Nel caso in cui il Consiglio dovesse ritardare ulteriormente il raggiungimento di un accordo, dobbiamo concepire un piano B, una rete di sicurezza per garantire i beneficiari dei programmi europei a decorrere dal 1° gennaio 2021. Ma questa deve essere comunque un’extrema ratio”.

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