I Socialisti e Democratici accolgono positivamente la proposta per un Piano economico e d’investimento per i Balcani Occidentali adottato oggi dalla Commissione europea, e i rapporti annuali sui progressi del processo di allargamento. Tuttavia, il Gruppo S&D insiste sulla necessità, per tutti i Paesi della regione, d’implementare riforme indispensabili alla tutela dello Stato di Diritto, della magistratura, della libertà dei mezzi d’informazione, e di adottare strumenti di lotta alla corruzione. Queste riforme devono rappresentare le premesse irrinunciabili per l’erogazione dei fondi alle autorità pubbliche nell’ambito del Piano d’investimento. I Socialisti e Democratici non sono disposti a scendere a compromessi sul rispetto dei valori europei, né con gli stati già membri dell’Unione, né con gli stati che aspirano a esserne parte.

Kati Piri, vicepresidente del Gruppo S&D, ha affermato:

“Non possiamo che salutare con soddisfazione il Piano economico e d’investimento per i Balcani Occidentali, sia come strumento di sostegno a lungo termine delle persone che abitano la regione, sia per far fronte alle necessità più immediate legate alla gestione della pandemia COVID-19. Ciò nonostante, sarebbe molto complicato per il Parlamento europeo esigere dagli stati membri il rispetto dello Stato di Diritto e dei diritti fondamentali come condizione imprescindibile per l’erogazione e l’impiego dei fondi previsti dal bilancio Ue 2021-2027 e dal Fondo per la ripresa, senza pretendere lo stesso rispetto anche dai propri partner dei Balcani Occidentali. Laddove i cittadini dei Balcani Occidentali non siano i diretti destinatari dei fondi Ue, un meccanismo vincolante e obbligatorio di condizionalità sul rispetto dello Stato di Diritto deve essere un punto chiave per sbloccare i finanziamenti e le garanzie nell’ambito del presente Piano d’investimento.

“Per quanto riguarda le relazioni sui progressi del processo di allargamento, noi sosteniamo gli importanti passi compiuti l’anno scorso, lungamente attesi, con particolare riferimento all’apertura dei negoziati di accesso con la Macedonia del Nord e l’Albania, per la quale il nostro Gruppo si è speso energicamente. Noi confermiamo il nostro solido e costante impegno per favorire una prospettiva credibile di adesione all’Unione europea di tutti i Paesi dell’area dei Balcani Occidentali.

“La Turchia è l’unico Paese per il quale i negoziati di accesso sono, ormai da anni, congelati de facto. Le ultime relazioni della Commissione riflettono gli sviluppi negativi degli ultimi anni, che hanno portato a un ulteriore deterioramento di una situazione che era già molto preoccupante per quanto concerne le libertà fondamentali, lo Stato di Diritto, l’indipendenza della società civile e della magistratura. La stretta sui politici e i sindaci democraticamente eletti dell’HDP e la detenzione protratta e ingiustificata di Osman Kavala sono solo alcuni degli esempi più allarmanti. Stiamo vivendo una fase cruciale per la definizione delle relazioni fra l’Ue e Ankara. Ogni decisione per la costruzione di un’agenda positiva Ue-Turchia dipenderà in buona misura da quanto Ankara si dimostrerà disponibile a rispettare i diritti fondamentali dei propri cittadini”:

Tonino Picula, portavoce S&D per gli affari esteri e negoziatore dell’Europarlamento sui fondi di preadesione (IPA III) e il Montenegro, ha aggiunto:

“Il Piano economico e d’investimento proposto per i Balcani Occidentali è un chiaro segnale della volontà di procedere in modo coerente nel solco dell’allargamento dell’Ue. Il sostegno dell’Unione alle prospettive europee della regione è indiscutibile. Con uno stanziamento di circa 3,3 miliardi di euro dallo scoppio della pandemia COVID-19, l’Ue ha già dato prova del proprio sostegno con azioni concrete.

“Il rapporto della Commissione sul Montenegro conferma che il Paese è leader nel processo di allargamento e, di recente, ha già aperto l’ultima fase dei negoziati. Tuttavia, il problema è che non tutti i capitoli si stanno chiudendo allo stesso ritmo. Lo Stato di Diritto, la magistratura, la libertà dei media e la corruzione sono i punti che destano ancora preoccupazione. Ci attendiamo che il governo rispetti i propri impegni nei confronti  dell’Ue e della comunità internazionale.

“Siamo soddisfatti perché stando alla relazione della Commissione, la Macedonia del Nord ha mantenuto stabili i propri progressi nelle riforme, soprattutto in materia di Stato di Diritto; e deve continuare così. Il nuovo governo, che ha assunto le proprie funzioni in agosto, ha un'unica opportunità per mantenere vivo questo slancio. Il Gruppo S&D è impaziente di confrontarsi con il Paese nella prima Conferenza intergovernativa.

“In Serbia, così come afferma la relazione della Commissione, il Parlamento di recente costituzione è caratterizzato da una larghissima maggioranza della coalizione di governo, eletto sulla base del vantaggio schiacciante del partito di governo e sulla promozione delle politiche del governo da parte dei maggiori organi d’informazione. Dal nostro punto di vista, il Parlamento in Serbia ha perso il proprio ruolo di organo legislativo rappresentante dell’intera società serba.

“In Albania, il dialogo politico deve svilupparsi e noi incoraggiamo tutti gli attori in campo, siano essi politici o afferenti alla società civile, di rimanere concentrati sull’implementazione delle riforme necessarie a bonificare il terreno per dei progressi continui nel processo d’integrazione nell’Ue.

“Per quanto riguarda il Kosovo, il Gruppo S&D chiede una miglior implementazione delle riforme per garantire l’applicazione efficace dell’acquis comunitario.

“La Bosnia Erzegovina, sfortunatamente langue in fondo alla schiera degli altri Paesi della regione. Deve dimostrare progressi concreti in tutte le aree monitorate dalla Commissione, ma affinché ciò accada, ha bisogno di un governo efficiente e l’aderenza a quattordici principi come prerequisito per l’ottenimento dello status di candidato”.

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