Oggi il tribunale di Istanbul ha emesso una sentenza di nove anni e otto mesi di reclusione nei confronti di Canan Kaftancioglu, esponente di spicco del CHP (Partito popolare repubblicano), il partito d’opposizione in Turchia. I capi d’accusa sono “propaganda terroristica” e “insulti al presidente turco e alla Turchia” attraverso dei post pubblicati sui social media sette anni fa.

Il ministro degli Interni turco ha anche minacciato di rimuovere Imamoglu, sindaco di Istanbul, dicendo che domenica si pronuncerà in merito.

 

Kati Piri, vicepresidente S&D, già responsabile dei negoziati con la Turchia per il Parlamento europeo, ha dichiarato:

“Sembra che nove anni di reclusione siano il prezzo da pagare per aver vinto le elezioni a Istanbul. Tutti sono consapevoli che questo provvedimento nei confronti di Canan Kaftancioglu, rappresenta la punizione per aver condotto efficaci campagne d’opposizione e aver garantito la sicurezza dei seggi e la correttezza delle operazioni elettorali. Il governo turco sta utilizzando il potere giudiziario per punire i propri oppositori politici.

“Noi Socialisti e Democratici condanniamo fermamente questa sentenza, fondata su motivazioni politiche, contro la nostro compagna e collega Kaftancioglu.

“Da quando sono terminate le elezioni, il governo sta rimuovendo i sindaci eletti democraticamente utilizzando motivazioni fra le più incredibili, a spregio della volontà espressa dagli elettori turchi. Se le minacce al sindaco di Istanbul dovessero concretizzarsi, sarebbe un duro colpo per le relazioni fra la Turchia e l’Unione europea che porterebbe a conseguenze molto serie.

“Il Gruppo S&D esprime tutto il proprio sostegno a Canan Kaftancioglu. Saremo sempre solidali con tutti coloro che in Turchia credono nei valori della democrazia e si battono per il rilascio di tutti i prigionieri politici”.

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