Il progresso tecnologico non dovrebbe mai affermarsi a scapito dei diritti fondamentali delle persone.

Con una maggioranza progressista a guida S&D, il Parlamento europeo ha chiesto il divieto d’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nell’Ue per le autorità giudiziarie e di polizia. Per il Gruppo S&D la crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale per le attività di polizia sulle nostre strade per l’identificazione dei criminali, ha favorito pratiche sommarie e discriminatorie. Nonostante i tentativi d’indebolire la posizione dell’Europarlamento, gli eurodeputati S&D si sono battuti per salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini Ue e hanno posto un freno a qualsiasi iniziativa si traduca in sorveglianza di massa nei luoghi pubblici.

Peter Vitanov, relatore sull’uso dell’IA nel diritto penale, ha dichiarato:

“Il progresso tecnico non dovrebbe mai avvenire a discapito dei diritti fondamentali delle persone e oggi il Parlamento europeo ha inviato un messaggio chiaro che i diritti fondamentali sono una premessa irrinunciabile, senza se e senza ma. Non è una sorpresa che il PPE e i partiti di estrema destra volessero diluire la posizione del Parlamento e creare delle scappatoie per bypassare i diritti dei cittadini.

“La cosa importante è che questi tentativi non siano andati a buon fine e noi siamo riusciti a raccogliere una maggioranza che è concorde su stabilire limiti e linee rosse chiare per l’IA. Per la prima volta chiediamo una moratoria sulla diffusione del riconoscimento facciale per scopi di polizia, quantomeno fino a che la tecnologia si rivelerà inefficace o produrrà risultati discriminatori. Siamo chiaramente contrari a un’attività di polizia predittiva fondata sull’uso dell’IA, così come qualsiasi altro impiego di dati biometrici che si traduca in sorveglianza di massa”.

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Coordinatore
Bulgaria