Le elezioni in Germania hanno visto un drammatico cambiamento del panorama politico con un partito di ultradestra che per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale è entrato nel Bundestag. L’SPD ha ottenuto il 20,5% dei voti e il suo leader, Martin Schulz, ha annunciato ieri pomeriggio che i socialdemocratici andranno all’opposizione.


Commentando l’esito delle elezioni tedesche, Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D, dichiara:

“Ringrazio Martin Schulz per la passione che ma mostrato durante questa campagna elettorale. Purtroppo, non è stata sufficiente. Siamo all’inizio di una nuova fase per l’SPD. Optare di andare all’opposizione e di abbandonare una volta per tutte la Grande coalizione non è solo la decisione giusta, ma anche quella più lungimirante. In linea con quanto abbiamo deciso di fare qui al Parlamento europeo.

“La discussione e il confronto tra differenti idee e programmi, tra destra e sinistra, è la sola strada per combattere l’estremismo e fermare l’avanzata di partiti come l’AfD. La crescita di queste forze deve farci preoccupare e spingerci a lavorare duro, non solo in Germania, ma in tutta Europa, per una società più giusta e tollerante, con meno diseguaglianze e una maggiore attenzione ai giovani.

“E’ ora di guardare al futuro. Dobbiamo eradicare le cause dell’incertezza e a della rabbia tra i cittadini. Dobbiamo assicurare soluzioni su occupazione, immigrazione e sicurezza. Spero che su tali questioni la Germania tornerà a essere la Germania, contribuendo a costruire una società migliore a livello europeo”.


Jens Geier, capo della delegazione tedesca del gruppo S&D al Parlamento europeo, aggiunge:

“Con la prosecuzione del cancellierato di Angela Merkel, sarà meno facile riformare e rinnovare l’Ue. Se Martin Schulz fosse stato eletto, avremmo avuto dei concreti passi avanti per l’Europa.

“Una delle eredità di Merkel per l’Europa è la reazione solo se indispensabile. Per esempio, non reagendo alla crisi finanziaria in tempo, Merkel ha contribuito ad aumentare l’impatto della crisi, perdendo l’opportunità di rafforzare la moneta comune.

“Nella sua campagna, Merkel non ha mai detto qual è la sua visione sul futuro dell’Europa. Ha preferito replicare alle varie proposte di riforma sul tavolo, come la governance dell’Eurozona o sull’Europa sociale, soltanto dopo la chiusura delle urne. Questo modo di agire è l’opposto di dire la verità piena gli elettori.

“Il risultato del 12,6 % per l’AfD è drammatico, specialmente in un paese come la Germania. Il risultato non è un segnale di euroscetticismo crescente tra la popolazione tedesca, piuttosto è una reazione al risalto e alle strumentalizzazioni del dibattito sui rifugiati, un dibattito condotto con la retorica dell’odio da parte dell’AfD”.

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