Per gli europarlamentari S&D si tratta di un “passo nella direzione giusta” la decisione della Banca centrale europea di lanciare un programma di quantitative easing (QE), che include acquisti di bond governativi.

Tuttavia, gli europarlamentari disapprovano la decisione che la maggior parte dei bond governativi acquistati nel quadro di questo ‘programma esteso di acquisto di titoli’ sia detenuta dalle rispettive banche centrali nazionali e non dalla Bce.

La vicepresidente del Gruppo S&D responsabile per gli Affari economici e monetari, l’eurodeputata Maria João Rodrigues, ha dichiarato:

 “La Banca centrale europea ha risposto alle aspettative delle imprese, dei mercati finanziari e di molti leader europei.

“La crescita è lenta e l’Eurozona sta soffrendo a causa di un’inflazione estremamente bassa. E' chiaro che l’obiettivo del 2% della Bce quindi non è stato raggiunto. Dal momento che è difficile che i tassi di interesse siano ulteriormente abbassati, è giusto che la Bce si impegni con un quantitative easing almeno fino a settembre 2016 e fino a un aggiustamento dell’andamento dell’inflazione all’obiettivo del 2%.

“Le banche dovrebbero prestare più denaro all’economia reale, portando alla crescita e alla creazione di lavoro. Un’inflazione più elevata è fondamentale per ridurre il peso del debito in Europa e per incoraggiare nuovi investimenti.

“A ogni modo è un peccato che solo il 20% degli acquisti aggiuntivi di titoli sia soggetto alla condivisione del rischio da parte della Bce e che il resto sia lasciato alle banche centrali nazionali. Ciò rappresenta un pessimo segnale per l’unione monetaria europea, che dovrebbe essere un processo irreversibile. Gli stati membri si sono impegnati a condividere l’Euro nei periodi positivi e negativi. Dovrebbe essere nell’interesse di tutti combattere in maniera decisa la crisi economica dell’Eurozona, anziché riproporre la frammentazione che ha tenuto indietro l’Europa per così tanti anni.

“La Bce si è piegata alle pressioni del governo tedesco e della Bundesbank, che continuano a ripetere gli stessi errori continuamente. Anziché agire con decisione per tenere unita l’Eurozona, preferiscono usare i mercati finanziari per imporre riforme conservatrici nei paesi più deboli. Questo approccio ha reso molto difficile la creazione di lavoro e l’ottenimento di prestiti per le Pmi e in molti paesi dell’Eurozona, e sta avendo un impatto negativo anche sui paesi principali.

“Il programma di quantitative easing dovrebbe essere reso operativo direttamente dalla Bce. Come ha detto il presidente Draghi, le perdite nel quadro di questo programma sono ipotetiche. La banca centrale non può fallire finché prendiamo seriamente l’unione monetaria. Non ci sarebbero quindi rischi per la Germania o per gli altri contribuenti”.

Il portavoce del Gruppo S&D per gli Affari economici e monetari, Elisa Ferreira, ha aggiunto:

“L’azione di oggi della Bce è estremamente necessaria, ma non sarà sufficiente affinché l’Europa non si incamminerà su un percorso di crescita. Abbiamo bisogno di permettere un pieno utilizzo della flessibilità nelle nostre regole di bilancio e di dare rapida esecuzione a un forte programma di investimenti, che dipende in maniera cruciale dai contributi nazionali  al Fondo strategico per gli investimenti. Infine, dobbiamo migliorare la coordinazione delle politiche economiche, di modo che anche i paesi con larghi surplus facciano la propria parte nel sostenere la domanda e creare fiducia per una crescita economica equilibrata in tutta Europa”.