In seguito alla presentazione in commissione Agricoltura della bozza di relazione sulle pratiche commerciali sleali (UTP) nella filiera alimentare, il relatore e eurodeputato S&D, Paolo De Castro, dichiara:

 

“Basta farci vessare da pratiche commerciali sleali. Smettiamo di arrenderci al ricatto di alcuni grandi player spericolati a danno dei produttori più deboli e più piccoli. È giunto il momento di fermare tutto cio' in Europa. E' anche ora che i consumatori in Europa si uniscano a noi in questa battaglia, rendendosi conto che dietro ogni pratica commerciale scorretta non si nasconde solo una grave minaccia per le fattorie e i lavoratori, ma anche un rischio concreto per la qualità del cibo e quindi per la propria salute”.

 

“Chi pensate pagherà il prezzo delle riduzioni unilaterali della quantità contrattata per le merci deperibili, o i ritardi di pagamento per i prodotti deperibili, o anche gli obblighi per i fornitori di riprendere i prodotti non venduti dall'acquirente? I piccoli agricoltori! Costretti per via di un potere negoziale limitato, potrebbero accettare questo ricatto e quindi essere costretti a licenziare i lavoratori o a ridurre la qualità dei loro prodotti per non andare in bancarotta.

 

“Chi pensi che pagherà il prezzo finale di tutte queste pratiche commerciali sleali? Noi! Tutti noi consumatori che rischiamo di trovare cibo di bassa qualità e dannoso per la salute sulle nostre tavole.

 

“Questa non è una caccia alle streghe rivolta contro una particolare categoria o mirata a difendere ogni singolo attore. Si tratta di una reazione commerciale equa finalizzata a fermare l'effetto a cascata e a impedire le pratiche commerciali sleali che vengono pagate dai più deboli nella filiera alimentare.

 

“Questo è il motivo per cui abbiamo finalmente bisogno di un quadro giuridico comune europeo, uno standard minimo comune di protezione in tutta l'Ue in grado di armonizzare le oltre 20 diverse normative nazionali e proibire specifiche pratiche commerciali sleali in tutta Europa.

 

“Il gruppo  S&D sostiene la proposta della Commissione europea. Si tratta di uno strumento legislativo che attendevamo da tempo, ma non lo riteniamo sufficientemente ambizioso per difendere efficacemente la posizione negoziale dei produttori agricoli: ecco perché intendiamo ampliare il campo di applicazione ai fornitori nella filiera alimentare, indipendentemente dalle dimensioni o dal fatturato, al fine di evitare qualsiasi effetto negativo, diretto o indiretto, su tutti i piccoli produttori europei e non europei.

 

“Non c'è più tempo da perdere. Ora, sotto la Presidenza austriaca, possiamo risolvere il problema e assicurare pratiche commerciali leali per tutti gli agricoltori e garantire cibo sano per tutti noi”.



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Italia