I Socialisti e Democratici hanno ottenuto una maggioranza trasversale al Parlamento europeo su un testo che mira a introdurre una tassa sui servizi digitali dei giganti della tecnologia come Google, Apple, Facebook, Amazon, Booking o Spotify. Una tassa che ogni anno potrebbe portare miliardi di entrate nella casse pubbliche europee. Il gruppo S&D ha invitato i ministri delle Finanze dell'Ue a seguire l'esempio del Parlamento e ad adottare rapidamente la tassa sui servizi digitali (DST) nella riunione di domani.

Un sondaggio pubblicato oggi dimostra che l'80% dei cittadini di Germania, Francia, Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca sostengono l'introduzione di una tassa digitale per i giganti della tecnologia.

Secondo la proposta, il primo step sarebbe l’introduzione di una tassa del 3% sul fatturato. Se nei prossimi anni non dovesse essere raggiunto un accordo internazionale sulla tassazione digitale, il gruppo S&D chiede di aumentare l'aliquota fiscale dal 3% al 5% sul fatturato, con una riforma del direttiva.

L'eurodeputato S&D Paul Tang, relatore del Parlamento sulla tassa sui servizi digitali (DST), dichiara:

“L'80% dei cittadini di Germania, Francia, Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca sostiene una tassa sui servizi digitali (DST). I cittadini chiedono addirittura una proposta più ambiziosa di quella che si trova ora sul tavolo dei negoziati dei ministri delle Finanze dell'Ue. È chiaro che in tutto lo spettro politico, e in tutta Europa, c'è un enorme consenso verso l’introduzione di una tassa digitale.

“I cittadini comuni e le piccole imprese pagano le tasse laddove vivono e lavorano. Riesco a capire il loro sdegno quando vedono le grandi multinazionali arrivare a versare tasse pari quasi a zero. Vogliamo che questo non accada più. Il Parlamento europeo ha ascoltato le istanze dei cittadini e sono orgoglioso di essere riusciti a sostenere, quasi all'unanimità, l'introduzione di una simile tassa.

“L'introduzione della DST è una questione tanto di giustizia sociale, quanto un imperativo economico. Una tassa del 3% sul fatturato potrebbe generare ogni anno tra i 5 e i 10 miliardi di euro di entrate nelle casse pubbliche. Soldi che possono essere reinvesti in servizi pubblici essenziali.

“Sostenendo un ambito più ampio per la tassazione digitale, compresi i fornitori di contenuti online e i servizi di streaming come Netflix nell'ambito della DST, il Parlamento sta inviando un forte segnale ai leader europei. Ora spetta ai ministri delle Finanze dell'Ue seguire il nostro esempio e agire”.

L'eurodeputata Pervenche Berès, portavoce S&D per gli affari economici e monetari, afferma:

“I ministri delle Finanze dell'Ue non possono ignorare questo appello a una maggiore giustizia fiscale. Devono farlo domani nel corso del loro incontro. I cittadini chiedono non solo equità fiscale, ma anche una leadership europea. Ignorare questo invito all'azione sarebbe un errore.

“La tassa sui servizi digitali è solo il primo passo. È tutt'altro che perfetta, ma è un miglioramento della situazione attuale. Esortiamo la Commissione a basarsi su questa proposta e a riesaminare il tasso della DTS entro due anni, valutando l'applicazione di un'aliquota del 5% ai giganti della tecnologia.

"La DST deve aprire la strada a una più profonda riforma dei nostri sistemi fiscali, per garantire che le multinazionali siano tassate laddove creano valore economico. Noi Socialisti e Democratici chiediamo il cambiamento. Nel lungo termine, vogliamo una base imponibile comune per la tassazione delle società e una tassazione minima effettiva delle società in tutta l'Ue. Questo sarebbe l'unico modo per garantire una giustizia fiscale che è quantomai necessaria”.

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Eurodeputati coinvolti
Membro
Paesi Bassi