I Socialisti e Democratici salutano la proposta della Commissione europea per una Direttiva che introduca misure di trasparenza retributiva, un primo passo indispensabile per porre fine alle differenze di retribuzione fra donne e uomini, ancora troppo alte; in media le donne guadagnano un 14,1% in meno rispetto agli uomini, a parità di posizione occupata.

Dopo almeno tre rinvii, finalmente oggi è arrivata la proposta, e nonostante le pressioni delle imprese e delle parti datoriali, la Direttiva contiene misure legislative vincolanti che i Socialisti e Democratici chiedevano da tempo. La Direttiva si applicherà a tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico, sia nel privato. Consentirà di avere trasparenza delle retribuzioni nelle imprese e risarcirà chi subisca trattamenti sfavorevoli. Le società saranno obbligate a relazionare sul divario retributivo della propria organizzazione e a risarcire differenze ingiustificate. I lavoratori avranno diritto di essere informati sulle retribuzioni, e ai responsabili delle risorse umane sarà vietato chiedere particolari circa la retribuzione attuale o recente dei candidati, in modo da non perpetuare le differenze dettate dal genere.

Il Gruppo S&D analizzerà a fondo la proposta e si batterà per rinforzarla ulteriormente durante il processo legislativo, per consolidare il ruolo delle organizzazioni sindacali e della contrattazione collettiva.

Heléne Fritzon, eurodeputata S&D vicepresidente responsabile per una nuova Europa d’uguaglianza, coesione e diritti solidi, ha dichiarato:

“Un’ampia maggioranza di Paesi Ue non ha una cornice legale per la trasparenza retributiva. Le nuove misure di trasparenza proposte, permetteranno d‘individuare i possibili pregiudizi di genere nella struttura delle retribuzioni o le remunerazioni insufficienti, e metteranno i lavoratori in condizione di rilevare le discriminazioni e rivendicare i propri diritti: ciò andrà a vantaggio di tutti i lavoratori, non solo delle donne.

“Tuttavia, colmare il divario retributivo tra uomo e donna, implica anche combattere gli stereotipi di genere, già a scuola, e favorire la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, anche nei settori dominati dagli uomini, come ad esempio l’economia digitale”.

Agnes Jongerius, europarlamentare S&D e portavoce del Gruppo su occupazione e affari sociali, ha dichiarato:

“Ursula von der Leyen promise di presentare una proposta su regole vincolanti di trasparenza retributiva entro i primi cento giorni del proprio mandato. Un anno dopo, ha finalmente tenuto fede alla promessa: meglio tardi che mai. Gli europei devono ricevere pari retribuzione a parità di lavoro svolto o equiparabile in termini di valore.

“È una buona notizia che la proposta della Commissione contenga il divieto per i reclutatori di chiedere ai candidati la propria retribuzione attuale o recente. Se diventasse legge, sarebbe un tassello importante per porre fine alle disuguaglianze.

“Le imprese e le associazioni datoriali hanno tentato nuovamente di rinviare l’annuncio di oggi, adducendo come motivazione che la fase di pandemia non è il momento adatto per una simile proposta. Niente di più sbagliato. Dobbiamo duplicare gli sforzi per porre fine al divario di genere e sostenere la legittimazione economica delle donne, non nonostante la pandemia, ma proprio a causa della pandemia, perché sta acuendo ulteriormente le disuguaglianze e incidendo in modo particolare sulle donne, soprattutto su coloro che possono contare solo su retribuzioni basse e lavori precari. I prossimi passi da compiere sono giusti salari minimi in tutta Europa, revisione della Direttiva sulle pari opportunità, parità di trattamento garantito a uomini e donne sul lavoro, e adozione della Direttiva per le donne nei consigli di amministrazione”.

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Vicepresidente
Svezia
Capo delegazione
Coordinatrice
Paesi Bassi
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