Il Parlamento europeo ha sostenuto una relazione S&D per combattere le pratiche fiscali dannose. Nonostante le resistenze dei conservatori e dei gruppi di destra quali PPE, ECR e ID, la proposta di riformare il Codice di condotta per la tassazione delle imprese è stata approvata. Il Codice di condotta del 1997 è uno degli strumenti più importanti per combattere le pratiche fiscali dannose ma oramai è superato in virtù delle digitalizzazione e della globalizzazione. La proposta S&D, che ha raccolto il sostegno dell’Europarlamento, è di sostituire il codice attuale con il FATAL, il Quadro sulle pianificazioni fiscali aggressive e le basse aliquote, che prevede diversi strumenti efficaci per combattere i reati fiscali, come criteri più puntuali per la definizione dei paradisi fiscali e l’inclusione di ricchi individui altamente mobili nel raggio d’azione dello strumento.

Aurore Lalucq, eurodeputata S&D e portavoce in materia fiscale, ha dichiarato:

“Per tutti coloro che sono impegnati nella lotta per la giustizia fiscale, è una buona notizia che il Parlamento europeo abbia appoggiato la nostra proposta per potenziare gli strumenti Ue della lotta agli abusi e ai reati fiscali. Il Codice di condotta per la tassazione delle imprese ha fatto il suo tempo e deve essere riformato urgentemente e sostituito con il FATAL, il Quadro sulle pianificazioni fiscali aggressive e le aliquote basse.

“Dobbiamo porre fine alla logica del “troppo grande per la lista nera”. Alcuni dei più noti paradisi fiscali del mondo, come la Svizzera, l’Olanda, Hong Kong e il Jersey, ancora non compaiono nella lista nera Ue dei paradisi fiscali. Anche altri sfuggono alla rete, come le Isole Cayman, anche se guidano la corsa al ribasso offrendo tassi fiscali zero. Martedì anche Anguilla, Repubblica Dominicana e Seychelles sono state rimosse dalla lista nera. I nove Paesi ancora presenti nella lista rappresentano flussi finanziari minori. Come parte del FATAL esortiamo l’Ue a prevedere criteri stringenti e realistici che definiscano i paradisi fiscali, come un’aliquota di tassazione minima effettiva e un livello minimo di sostanza economica. Il nostro Gruppo chiede da anni sanzioni più severe per i paradisi fiscali. È il momento di dare consistenza alla lista nera Ue dei paradisi fiscali.

“Per combattere gli abusi fiscali di alcuni tra i più ricchi e potenti individui del mondo, la portata del Codice di condotta va ampliata fino a comprendere i sistemi fiscali preferenziali per i redditi personali pensati per attrarre individui molto ricchi e molto mobili a livello globale come calciatori, rockstar, modelle e ereditieri le cui enormi ricchezze ed ombre fiscale sono tornati a fare notizia. Anche i loro complici devono essere messi di fronte alle loro responsabilità.

“È il momento di porre una soglia alla concorrenza fiscale tra gli stati Ue e mettere ordine in casa nostra”.

Jonás Fernández, eurodeputato S&D e portavoce in materia economica e monetaria, ha dichiarato:

“I Pandora Papers hanno mostrato ancora una volta al mondo un sistema fiscale guasto, in cui molti politici, grandi società e ricchi individui sfruttano qualsiasi scappatoia legale e vanno alla ricerca dei regimi fiscali più compiacenti per nascondere enormi capitali personali nei paradisi fiscali. Queste pratiche opache aggravano le disuguaglianze e sottraggono risorse pubbliche che in questo momento servono per finanziare la ripresa dalla pandemia.

“Sono molto deluso dal voto dei conservatori dell’Europarlamento contro la proposta di riforma del Codice di condotta per renderlo uno strumento più efficace contro i paradisi fiscali, in contrasto con le dichiarazioni pubbliche rilasciate prima del voto. È auspicabile che dimostrino maggior coerenza in futuro tra quanto dichiarano e quanto sono realmente disposti a fare per combattere i reati fiscali.

“Il mio gruppo chiede la maggioranza qualificata in Consiglio sulle questioni fiscali, cosicché gli stati membri più recalcitranti non possano più impedire qualsiasi progresso in materia di fisco. È semplicemente inaccettabile che i leader politici coinvolti in prima persona in pratiche fiscali opache abbiano il potere di veto sulla giustizia fiscale e la trasparenza”.

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