I Socialisti e Democratici chiedono misure forti e tempestive nel caso di conflitto d’interessi del primo ministro ceco Andrej Babiš. Nell’ambito della discussione al Parlamento europeo, il Gruppo S&D ha richiesto che tutti i pagamenti alle compagnie riconducibili a Babiš siano interrotti e che si portino rapidamente a conclusione le indagini.

Lara Wolters, eurodeputata S&D e negoziatrice su questo tema, ha dichiarato:

“Il nostro Gruppo condanna fermamente ogni caso di corruzione, frode o conflitto d’interessi negli stati membri. I soldi dei contribuenti devono essere utilizzati per progetti in cui tutti crediamo e non per riempire le tasche di chi già ne dispone in abbondanza. Diversamente, i nostri obiettivi e la fiducia che i cittadini ripongono nel sistema Ue saranno messi seriamente in discussione.

“Accogliamo positivamente la relazione finale della Commissione sull’audit, che delinea un conflitto d’interessi per il primo ministro ceco e la sua imponente Agrofert. Chiediamo alla Commissione di garantire che tutti i pagamenti ad Agrofert siano bloccati e di concludere tempestivamente le indagini sul caso di conflitto d’interessi che riguarda il premier ceco. Babiš dovrebbe risolvere questa spinosa questione immediatamente. Ha due opzioni: smettere d’intercettare e riscuotere i sussidi europei per le sue compagnie e tagliare ogni legame con questo business, o fare un passo indietro come membro del Consiglio europeo, il che significherebbe altresì rinunciare alla carica di primo ministro. La Commissione dovrebbe valutare l’opportunità di attivare il meccanismo di condizionalità sul rispetto dello Stato di Diritto, nell’eventualità che le autorità ceche non si muovano per sanare il conflitto d’interessi e proteggere il bilancio Ue”.

Note:

Alla fine di aprile 2021, la Commissione (DG REGIO e DG EMPL) ha presentato la propria relazione finale che conferma le accuse di conflitto d’interessi per il primo ministro ceco Andrej Babiš. Questa relazione è il risultato di una procedura di approfondimento sui sussidi concessi al Gruppo Agrofert, un imponente conglomerato agricolo fondato da Babiš. La verifica ha portato a concludere che il primo ministro sia ancora proprietario di Agrofert, nonostante abbia depositato gli asset in un fondo fiduciario. Nel frattempo, la sua posizione di primo ministro gli ha consentito di esercitare notevole influenza sull’allocazione dei fondi Ue.

L’inchiesta ha stabilito anche che Babiš avrebbe violato la Legge sul conflitto d’interesse del suo Paese e la normativa finanziaria Ue. I pagamenti ricevuti da Agrofert dal settembre 2017, autorizzati dalle autorità ceche e pre-approvati nell’ambito dei sussidi Ue (nella fattispecie i Fondi di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo), dovranno essere restituiti.

Nel dicembre 2018, la Commissione ha bloccato i finanziamenti Ue connessi alle verifiche in corso presso il gruppo Agrofert, mentre le indagini formali della Commissione sul conflitto d’interessi del primo ministro Babiš sono iniziate nel gennaio 2019. Nel giugno 2020, in seguito alla riapertura del caso riguardante l’uso illegittimo dei fondi Ue da parte di Andrej Babiš, il Parlamento ha confezionato una relazione nella quale chiedeva alla Commissione e al Consiglio di dare risposte e assumere impegni e posizioni chiare riguardo questo inaccettabile conflitto d’interessi.

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