I Socialisti e Democratici hanno espresso preoccupazione in merito all’incapacità dei ministri degli Affari esteri Ue, riuniti ieri, a raggiungere un accordo per l’avvio dei negoziati di accesso della Macedonia del Nord e dell’Albania. Lanciamo un appello ai capi di Stato Ue affinché durante il vertice previsto per giovedì e venerdì si assumano le proprie responsabilità e mettano in campo azioni concrete.

Il vicepresidente S&D per gli Affari esteri Kati Piri, ha dichiarato:

“Siamo profondamente preoccupati per la totale incapacità di prendere una decisione su Macedonia del Nord e Albania, emersa ieri durante il Consiglio degli Affari generali. Come già stabilito più volte dalla Commissione, Macedonia del Nord e Albania, hanno soddisfatto tutti i criteri necessari e portato a termine quanto era stato loro richiesto.

“Le valutazioni dei due Paesi sono ovviamente diverse, in quanto sistemi separati con contesti politici e sfide diverse, e ognuno dei due deve essere giudicato obiettivamente, singolarmente e sulla base dei propri meriti, attraverso l’utilizzo di precisi criteri. Ciò che però mi preme rilevare è che questa decisione non riguarda lo status di membro dell’Unione europea: l’inizio dei negoziati di accesso è fondato su una valutazione che risponde a riferimenti precisi e risultati tangibili.

“La Macedonia del Nord è candidata da quattordici anni e già nel 2009 era stata giudicata pronta per iniziare le procedure di accesso dalla Commissione europea. Una delle questioni più spinose, quella del nome, che ha portato allo storico accordo di Prespa, ha messo fine a una disputa che durava da 27 anni. Ora ci troviamo a dover decidere su un nuovo Commissario per l’Allargamento e la politica di vicinato dell’Ue per i prossimi cinque anni. Se questo è il tipo di considerazione che il Consiglio dimostra per le valutazioni della Commissione e le sue raccomandazioni formali, crescono le mie perplessità in merito all’utilità e alla rilevanza politica di questo portafoglio di deleghe.

“Lancio un appello ai leader del Consiglio europeo affinché dimostrino maturità politica e assumano pienamente le proprie responsabilità nel dare il via libera all’avvio dei negoziati di accesso. Ulteriori deroghe non farebbero altro che danneggiare e indebolire l’immagine e il potere contrattuale dell’Ue nell’area dei Balcani Occidentali e nell’Unione stessa”.

Tonino Picula, coordinatore S&D in commissione Affari esteri, ha aggiunto:

“Il Gruppo S&D è sempre stato un fermo sostenitore dell’allargamento dell’Ue all’area dei Balcani Occidentali, perché crediamo che quella regione prosperosa possa portare beneficio all’Unione.

“La decisione di avviare i negoziati con la Macedonia del Nord e l’Albania è prima di tutto una questione di credibilità che investe l’Unione europea. I leader, quando si riuniranno questa settimana, dovrebbero considerare anche le conseguenze della propria incapacità di raggiungere un accordo e cosa ciò potrebbe significare in termini di stabilità dei Balcani Occidentali, i quali hanno portato avanti un processo positivo di riforme richieste dall’Unione, come investimento volto a garantire un futuro migliore per la propria cittadinanza.

“La Storia dell’Ue è una storia di ampliamento, a prescindere dalle sfide interne ed esterne che abbiamo dovuto affrontare. Come socialdemocratico proveniente dalla Croazia, io rinnovo il nostro impegno a proseguire nel solco già tracciato e a sostenere cittadini dei Balcani Occidentali nel loro percorso per un futuro nell’Unione europea”.

Eurodeputati coinvolti
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