Tra le file S&D cresce la preoccupazione per le migliaia di rifugiati ai confini tra la Turchia e l’Ue, e il Gruppo chiede ai leader europei un atto di responsabilità per garantire il pieno rispetto dei diritti umani e delle leggi europee.

L’Ue deve correre in aiuto della Grecia e della Bulgaria, ma allo stesso tempo renderle coscienti delle proprie obbligazioni. I Socialisti e Democratici esortano i presidenti delle istituzioni europee, i ministri dell’interno e i ministri degli esteri, che si riuniranno in queste settimane, a ribadire e rafforzare l’idea che l’Unione europea è totalmente dedita al rispetto delle proprie obbligazioni internazionali, e a mettere sul tavolo soluzioni fondate sulla solidarietà e un’equilibrata condivisione di responsabilità.

Il Gruppo S&D insiste affinché i deputati dell’europarlamento discutano della situazione ai confini Turchia-Ue, durante la sessione plenaria dell’assemblea della prossima settimana.

Iratxe Garcia, presidente del Gruppo S&D, ha dichiarato:

“Gli stati membri di confine come Grecia e Bulgaria sono stati lasciati soli per anni. Questa crisi non sembra far intravedere una soluzione, ed era prevedibile: da tempo il Consiglio d’Europa blocca il raggiungimento di soluzioni di lungo periodo. Ora dobbiamo agire d’urgenza e porre rimedio alle inadempienze e alla mancanza di leadership dell’Unione in quelle aree.

“Ai confini turchi, la sicurezza e la dignità delle persone deve venire prima di tutto. Se la Turchia ha la sua buona quota di responsabilità, noi, come Unione europea, dobbiamo essere all’altezza dei valori che professiamo e far sì che ogni misura e ogni provvedimento sia perfettamente in linea con le leggi europee. Non si tratta solo di un dovere morale, ma di un’obbligazione legale. Persone che da anni vivono una condizione di profonda sofferenza, tuttora in fuga da zone di guerra, hanno il diritto di chiedere asilo ed essere trattati con dignità”.                                                    

Kati Piri, vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri, ha dichiarato:

“Erdoğan sta portando avanti un gioco pericoloso utilizzando le vite di persone vulnerabili e innocenti come arma per esercitare pressioni sull’Unione europea. Allo stesso tempo però, la Turchia ospita 3,7 milioni di rifugiati siriani e noi abbiamo il dovere di spingere l’Ue a non interrompere l’assistenza finanziaria. Come se non bastasse, l’alleanza russo-siriana sta provocando l’inferno a Idlib e l’evacuazione di massa di 900.000 persone verso i confini turchi.

“Nonostante il ricatto del presidente turco, abbiamo il dovere di rispondere in modo responsabile ed esemplare. Come dichiarato ieri dall’UNHCR, le misure intraprese dal governo greco per sospendere le procedure d’asilo sono il risultato di decisioni unilaterali in violazione degli impegni internazionali dell’Ue. Quando questa settimana si riuniranno i ministri Ue, mi auguro che non si limitino a discutere misure per un’immediata soluzione della crisi, ma ne considerino anche le cause alla radice, come i combattimenti e disordini ancora in atto in Siria”.

Eurodeputati coinvolti
Presidente
Spagna
Contatto/i stampa S&D