I Socialisti e Democratici accolgono positivamente la nuova metodologia per i negoziati di accesso presentata oggi dalla Commissione europea. Ci troviamo d’accordo sulla necessità di assegnare particolare attenzione allo Stato di diritto nell’intero processo. In ogni caso, la nuova metodologia non deve servire da alibi per ritardare ulteriormente un iter di allargamento che, di per sé, implica già anni se non decenni di negoziati.

Ribadiamo la nostra richiesta agli stati membri di aprire prima possibile i negoziati d’accesso con l’Albania e la Macedonia del Nord, ci auguriamo in marzo.

Kati Piri, vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri, ha dichiarato:

“Il processo di allargamento è stato una delle politiche più proficue e positive dell’Ue, e dovrebbe continuare ad essere il nostro miglior strumento per avviare i fragili stati dei Balcani su un percorso di riforme democratiche. È vero, dall’ultimo grande allargamento del 2004 abbiamo tratto diverse lezioni, e la metodologia può e deve essere migliorata per rispondere alle legittime preoccupazioni dei cittadini europei e dei Balcani Occidentali. Il processo deve essere fondato sul merito e caratterizzato da una forte condizionalità, vale a dire che l’accesso dei Paesi va subordinato al raggiungimento e al rispetto dei criteri stabiliti. L’obiettivo finale dovrebbe rimanere lo stesso: una piena e consapevole adesione all’Ue.

“Siamo lieti che la Commissione voglia porre maggior enfasi sui fondamentali; i capitoli sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali dovrebbero essere i primi ad aprirsi e gli ultimi a chiudersi. Ma accanto ai fondamentali, ci aspettiamo anche maggior attenzione per la dimensione sociale e la promozione della coesione socio economica, un Green Deal per i Balcani Occidentali e un miglior allineamento dei Paesi candidati, alla politica estera e di sicurezza comune dell’Unione. Sono necessari anche ulteriori sforzi per contribuire a risolvere questioni straordinarie bilaterali e di gestione nella regione.

Tonino Picula, coordinatore S&D in commissione AFET e relatore del Parlamento europeo sull’allargamento ai Balcani Occidentali, ha aggiunto:

“Siamo felici che la Commissione europea stia tentando di sbloccare lo stallo del Consiglio europeo sull’allargamento dell’Unione attraverso proposte concrete, così come richiesto dagli stati membri più scettici.

“I Socialisti e Democratici hanno sempre sostenuto che l’allargamento ai Balcani Occidentali fosse un processo vantaggioso per tutti e un investimento in pace, democrazia e prosperità nel nostro continente. Se vogliamo che l’Unione assuma un approccio geopolitico più proattivo, è evidente che dobbiamo concentrarci in prima battuta sui nostri vicini.

“Ci auguriamo che questa nuova metodologia possa iniettare nuovo dinamismo e che ci porti a recuperare credibilità nella regione, messa in discussione non molto tempo fa dalla reticenza del Consiglio ad assumere una decisione sull’allargamento. All’interno del processo è necessario definire un set di criteri e indicatori resistenti ai cambiamenti e le decisioni vanno prese non appena i criteri vengono soddisfatti e gli obiettivi centrati. In questo scenario, accogliamo positivamente un maggior coinvolgimento degli esperti degli stati membri nel processo negoziale.

“Infine, chiediamo che i Balcani Occidentali prendano parte alla Conferenza sul futuro dell’Europa in modo tale che possiamo iniziare a lavorare insieme a quello che noi ci auguriamo sia il nostro futuro comune”.

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