Prima dell’incontro congiunto dei ministri degli affari esteri e dei ministri dell’interno previsto per oggi 15 marzo, il Gruppo S&D esorta il Consiglio a guardare oltre i numeri quando si affronterà il tema delle migrazioni irregolari e a considerare le nostre responsabilità umanitarie nell’ambito dei partenariati con i Paesi terzi.

Il Gruppo S&D è a favore dei partenariati con i Paesi terzi come parte della politica migratoria che i ministri si troveranno a discutere questo pomeriggio. Tuttavia, gli eurodeputati S&D ritengono sia sbagliato spingere per accordi informali che sottopongano i rapporti di collaborazione coi Paesi terzi a una condizione di controllo dei numeri di migranti irregolari. I Socialisti e Democratici vogliono vedere accordi sostenibili e a lungo termine, nel pieno rispetto della legge internazionale e dei principi umanitari.

Birgit Sippel, portavoce S&D in materia di affari interni, ha dichiarato:

“Abbiamo bisogno dei partenariati coi Paesi terzi, ma non possiamo negoziare alla bell’è meglio un accordo informale, unilaterale e di dubbia correttezza coi Paesi terzi e pretendere di chiamarla politica Ue sulle migrazioni. Qualsiasi accordo informale rischia di minare il nostro impegno per proteggere i diritti fondamentali e sfuggirebbe al vaglio della giurisprudenza e alla supervisione democratica. Se adottassimo quest’approccio, sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia.

“Il diritto di asilo è sancito dalla legge internazionale e non è in discussione, ma lo sarebbe se si raggiungesse una forma di accordo tra l’Ue e i Paesi terzi subordinato alla condizione di riduzione dei numeri dei migranti verso l’Ue provenienti o in transito dai Paesi terzi. Il tempo e l’energia che il Consiglio dedica alle discussioni sui rimpatri e le riammissioni, sarebbero meglio utilizzato per dare compimento ed estendere le promesse di ricollocamento e creazione di nuovi percorsi legali per il lavoro, lo studio e l’impresa”.

Isabel Santos, portavoce S&D per di diritti umani, ha commentato:

“Si tratti di cooperazione allo sviluppo, commercio, visti, sicurezza o investimenti, non è accettabile fondare le relazioni dell’Ue coi Paesi terzi su una condizione di controllo dei numeri delle migrazioni. Come Socialisti e Democratici, noi porremo in discussione qualsiasi tentativo di impostare la politica migratoria Ue su pressioni nei confronti dei Paesi terzi, un accordo fondato sul controllo e la riduzione dei numeri, e un ristretto ventaglio di obiettivi, anziché focalizzato sulla protezione dei diritti umani, il rispetto della legge internazionale e dei principi umanitari.

“La cooperazione coi Paesi terzi deve essere imperniata attorno a un principio egualitario. Il dibattito tra i ministri che punta a facilitare i rimpatri e le riammissioni dei migranti nell’ambito dei cosiddetti “partenariati di beneficio reciproco”, comprometterebbe il principio di parità creando le premesse per tensioni e gravi violazioni dei diritti umani. Se stringiamo il focus dei partenariati solo sulla dimensione migratoria perderemo di vista obiettivi chiave come pace, stabilità, mobilità sociale, sviluppo, alfabetizzazione e lotta alla povertà”.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania
Membro
Portogallo