Il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione sul conflitto d’interessi del primo ministro della Repubblica Ceca Andrej Babiš. I Socialisti e Democratici considerano inaccettabile che uno dei membri del Consiglio europeo approfitti della sua posizione per utilizzare i fondi europei in modo improprio e a proprio vantaggio. La risoluzione adottata dagli europarlamentari giunge come il risultato di un dibattito sul caso, tenutosi durante l’ultima sessione plenaria di maggio 2021.

Lara Wolters, eurodeputata S&D e negoziatrice su questo caso, ha dichiarato:

“Il primo ministro ceco Andrej Babiš è riuscito a foraggiare le sue attività economiche personali con denaro pubblico. Questo significa minare i valori europei e prendersi gioco dei contribuenti Ue. Ogni euro che finisce nelle tasche degli oligarchi è un euro sottratto alla soddisfazione delle priorità dei cittadini europei, come ad esempio investire nella ripresa dalla pandemia. La posizione che noi membri del Parlamento europeo assumiamo oggi, è una conseguenza logica della relazione dell’audit condotto dalla Commissione europea.

“Noi chiediamo una soluzione rapida di questo caso dai contorni così chiari, nell’interesse dei cittadini cechi e dei contribuenti europei. Nel contesto attuale è gravissimo e inaccettabile che Babiš usi l’appellativo “mafia” riferendosi agli auditor della Commissione europea o che gli si consenta di rilasciare dichiarazioni diffamatorie contro i media che stanno investigando sul suo caso. La Commissione dovrebbe considerare la possibilità di attivare il meccanismo di condizionalità sul rispetto dello Stato di Diritto, se le autorità della Repubblica Ceca non si attivassero immediatamente per sanare il conflitto d’interessi e proteggere il bilancio Ue”.

Note:

Alla fine di aprile 2021, la Commissione (DG REGIO e DG EMPL) pubblicava la sua relazione finale sull’audit, nella quale si confermavano le accuse di conflitto d’interessi a carico del primo ministro ceco Andrej Babiš. Questa relazione è il risultato di una procedura di approfondimento sui sussidi Ue erogati al Gruppo Agrofert, un conglomerato agricolo fondato da Babiš. Dall’audit si conclude che il primo ministro è ancora il titolare di Agrofert, nonostante abbia trasferito i propri asset in un fondo fiduciario. La sua posizione di primo ministro gli ha permesso di esercitare influenze sull’allocazione dei fondi Ue.

Babiš è stato quindi riconosciuto colpevole di violazione della Legge della Repubblica Ceca sul conflitto d’interessi e della Normativa finanziaria Ue. I pagamenti effettuati dalle autorità ceche ad Agrofert dal settembre 2017, pre-approvati nella cornice dei sussidi Ue facenti riferimento al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo sociale europeo, dovranno quindi essere restituiti.

Nel dicembre 2018, la Commissione bloccava i finanziamenti Ue al Gruppo Agrofert oggetto dell’audit e intraprendeva un’inchiesta formale. L’inchiesta relativa al conflitto d’interessi del primo ministro ceco si svolgeva a partire dal gennaio 2019. Nel giugno 2020, in seguito alla riapertura del caso per l’uso improprio dei fondi Ue da parte di Andrej Babiš, il Parlamento produceva una risoluzione con la quale chiedeva alla Commissione e al Consiglio di fornire risposte chiare e assumere l’impegno di risolvere questa inaccettabile situazione di conflitto d’interessi.

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