Nel dibattito in plenaria con il Commissario Paolo Gentiloni oggi a Strasburgo, i Socialisti e Democratici hanno chiesto il motivo della mancata approvazione dei piani di ripresa e resilienza di Ungheria e Polonia e che i soldi siano spesi appropriatamente. S&D insiste sull’idea che i fondi Ue debbano essere utilizzati per ricostruire l’Europa dopo la pandemia, non per indebolire i valori europei.

Eider Gardiazabal, eurodeputata S&D e portavoce in materia di bilancio ha dichiarato:

“Uno dopo l’altro i piani di ripresa e resilienza dei governi Ue sono stati approvati dalla Commissione e i fondi più urgenti hanno cominciato a prendere la strada verso gli stati membri, con due sole eccezioni: Ungheria e Polonia. Da quando i loro piani furono presentati inizialmente, nel mese di maggio, i due stati hanno dovuto chiedere diverse proroghe, e ora queste proroghe sono scadute. Le persone hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo.

“Il mancato rispetto dello Stato di diritto e la volontà dei governi polacco e ungherese di non attenersi alle raccomandazioni della Commissione, hanno compromesso l’approvazione dei loro piani di ripresa e resilienza. Noi vorremmo da parte loro un’informazione trasparente sui destinatari finali dei fondi, la riforma del sistema degli appalti pubblici e la lotta alla corruzione.

Jonás Fernández Alvarez, eurodeputato S&D e portavoce in materia economica, ha commentato:

“La pandemia non può essere una scusa per non rispettare i diritti fondamentali e la democrazia. Kaczynski e Orbán hanno ingaggiato una guerra contro lo Stato di diritto, i media indipendenti e le persone LGBTI+. È evidente che queste discriminazioni delle minoranze avranno un impatto sui progetti che riceveranno i finanziamenti per la ripresa. La Polonia ha persino ignorato le sentenze della Corte europea di giustizia. Per noi è chiaro: i fondi per la ripresa devono essere congelati fino a quando le autorità polacche non si atterranno alle sentenze della Corte europea e il governo ungherese non fornirà garanzie contro la corruzione e aprirà un’inchiesta sulle accuse di frode. I fondi europei sono legati a doppio filo con i valori europei”.

Note:

A oggi, la Commissione ha ricevuto 25 piani di ripresa e resilienza, mentre quelli di Bulgaria e Paesi Bassi sono ancora in sospeso. La Commissione europea ha approvato 21 piani e ha erogato 51,5 miliardi di euro.

Sia l’Ungheria sia la Polonia hanno presentato i loro piani a maggio, e hanno richiesto due proroghe: per la Polonia la proroga è scaduta il 3 agosto mentre per l’Ungheria il 30 settembre.

La portata del piano ungherese è di 7,2 miliardi di sovvenzioni con una richiesta di prefinanziamento di 932 milioni di euro. Quello della Polonia è più consistente, 36 miliardi di euro con 23,9 miliardi in sovvenzioni e 12,1 miliardi in prestiti con la richiesta di un prefinanziamento di 4,7 miliardi.

Tutti i piani nazionali devono attenersi agli undici criteri di valutazione. Il criterio dieci stabilisce l’obbligo di prevenire, rilevare e intervenire sulla corruzione e i conflitti d’interesse nell’uso dei fondi.

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